CRAVATTA (prob. da croato; fr. cravate; sp. corbata; ted. Halsbinde, Krawatte; ingl. cravat, necktie)
Stretta e lunga fascia che ravvolta intorno al collo si annoda sull'alto del petto. Si vuole che i primi a portarla fossero dei soldati croati che servivano in Francia durante le guerre di Luigi XIV. Il vocabolo peraltro, sebbene in senso un po' diverso, si trova anche in testi del Trecento e del Cinquecento. L'uso della cravatta, poi, è indubbiamente più antico: vera e propria cravatta, per es., era il focale dei romani (Or., Sat., Il, 3,255), scomparso del tutto nell'alto Medioevo. Nel Seicento la moda della cravatta finì col diffondersi in tutta l'Europa. Nei secoli XVII e XVIII la cravatta, formata quasi sempre di tulle e di pizzi, fu portata solo dagli uomini; ma durante la Rivoluzione, sansculottes e merveilleuses portano del pari le alte fasce di seta ravvolte a più giri. Le ritroviamo verso il 1830, ma solo nella moda maschile; e così fino agli ultimi decennî dell'Ottocento, quando l'apparizione del vestito tailleur per le signore trova il suo complemento nell'uso della cravatta a piccolo nodo o a lunghi lembi sotto la giacca. Alle cravatte già pronte, usate per molto tempo, sono succedute le cravatte da annodarsi volta per volta, a disegni e colori svariatissimi; si porta sempre la cravattina bianca di batista a piccolo nodo con la marsina, e con il cosiddetto smoking la piccola cravatta nera.
Varî sono i tipi: il papillon o cravatta a farfalla; la regate o cravatta lunga; il plastron; la cavallière o cravatta svolazzante, e infine la cravatta militare.
Fabbricazione e commercio.- La fabbricazione delle cravatte è oggi oggetto di un'industria indipendente, almeno in molti casi. Le stoffe con cui si fabbricano le cravatte vengono generalmente confezionate da tessitori serici specializzati, numerosi in Italia come in Germania (Crefeld), in Cecoslovacchia, in Austria, in Inghilterra e in Francia. La materia prima adoperata da essi è quasi esclusivamente costituita da sete italiane e in piccola parte giapponesi. Il taglio della cravatta nella pezza di stoffa deve essere operato di sbieco affinché, tirando la cravatta, essa non si deformi, ma rimanga perfettamente a piombo. Le cravatte si fanno con o senza sostegno interno. Quelle con sostegno interno sono più economiche, poiché il sostegno, una striscia di lana o di cotone, permette un minor consumo di seta; quelle senza sostegno sono di tutta seta ripiegata. I due tipi non dovrebbero recare cuciture di rinforzo al collo, che non servono se non a mascherare il cattivo taglio.
In Italia l'industria della cravatta ha preso un larghissimo impulso e alimenta una forte corrente d'esportazione. L'Italia infatti esporta tessuti da cravatte per una cifra non inferiore ai 100 milioni di lire e cravatte confezionate per non meno di 50 milioni di lire.