Pittore (Bologna 1665 - ivi 1746). Studiò a Bologna con D. M. Canuti e, soprattutto, con D. Cignani e A. Burrini; fu a Venezia, Parma, Urbino e subì l'influsso del Parmigianino, del Baroccio e particolarmente del Guercino; durante il suo soggiorno presso Ferdinando de' Medici (1708-09) ebbe modo di conoscere le ricche collezioni medicee di arte fiamminga e olandese. Una straordinaria qualità di luce e di colore, d'impasto e di tocco, un'adesione emozionale, un'attenzione naturalistica e nuovi tagli iconografici caratterizzano la sua produzione, che spazia dal soggetto religioso a quello mitologico, alla scena di genere, e che si pone come la punta più avanzata nell'ambito della cultura bolognese, in un certo contrasto con gli ideali dell'Accademia Clementina, di cui egli stesso fece parte. Tra le sue opere, altamente apprezzate da nobili, ecclesiastici e borghesi bolognesi e da insigni principi, come Eugenio e Amedeo di Savoia e Ferdinando de' Medici: S. Antonio tentato dai demoni (1690, Bologna, S. Nicolò degli Albari); Achille e Chirone e Enea e la Sibilla (Vienna, Kunsthist. Mus.); Estasi di s. Margherita (1701, Cortona, Mus. diocesano); gli affreschi mitologici di pal. Pepoli a Bologna; Fiera del Poggio a Cajano e La pulce (1709, Firenze, Uffizi); serie dei Sacramenti (1712, Dresda, Gemäldegal.); Giove tra i Coribanti (1728-29, Stoccarda, Staatsgal.); Comunione di s. Stanislao Kostka (Ferrara, chiesa del Gesù). Eccellente incisore, sono famose le sue venti illustrazioni delle storie di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.