Cavina, Cristiano. – Scrittore italiano (n. Faenza 1974). Cresciuto nel borgo di Casola Valsenio (Ravenna), dove svolge l’attività di pizzaiolo, è autore di romanzi autobiografici ambientati in questo luogo, e narratore di storie semplici che traggono stimolo dalle tradizioni orali familiari e da una necessità impellente di autodescrizione. Il suo esordio nella scrittura è segnato dal fortunato Alla grande (2003), vincitore del Premio Tondelli e tradotto l’anno successivo in francese con il titolo di C’est jeant; fortemente autobiografici anche i successivi Nel paese di Tolintesàc (2005), Un'ultima stagione da esordienti (2006) e I frutti dimenticati (2009, finalista al Premio Strega nello stesso anno), nei quali è ravvisabile un’evoluzione personale e letteraria verso la maturità, pur nella permanenza di una levità di stile che rende il narrato una sorta di epica del quotidiano. La proiezione al di là del vissuto personale è evidente nell’abbandono dell’autobiografismo che caratterizza la sua produzione successiva, da Scavare una buca (2010), in cui racconta il lavoro in una cava di gesso, alla raccolta di saggi Romagna mia! (2012) e Inutile tentare imprigionare sogni (2013), fino al manuale La pizza per autodidatti (2014), testo in cui svela i segreti del suo forno occhieggiando con ironia all'imperante food writing. Nel 2017 è tornato all'autobiografismo raccontando la storia del nonno e di suo fratello in Fratelli nella notte, mentre è del 2019 il romanzo Ottanta rose in mezz'ora.