NEGRI, Cristoforo
NEGRI, Cristoforo. – Nacque a Milano il 13 giugno 1809 da Ferdinando e da Giuseppina Arnaboldi, di antica famiglia della Brianza.
Ebbe quattro sorelle e due fratelli.
Compì i primi studi nelle scuole di Corbetta e Parabiago, presso Milano, e in seguito nei seminari arcivescovili di Lecco e di San Pietro Martire in Brianza. Diplomatosi presso il liceo Longoni di Milano, si iscrisse nel 1827 alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia e subito dopo si trasferì in Germania. Svolse studi legali presso le Università di Graz, Praga, Lemberg, Vienna e Pest, dove si laureò nel 1830 in diritto austriaco e ungherese. Il 15 novembre 1834 si laureò, sempre in diritto, all’Università di Pavia. Intanto, grande appassionato di geografia e astronomia, ebbe modo di seguire a Vienna i corsi tenuti da padre Joseph Johann Littrow e a Milano quelli di Francesco Carlini e di Carl Kreil.
Nel 1831 fece tirocinio presso l’avvocato Carlo Barocci; nel 1832 fu nominato assessore del tribunale criminale di Milano e nel 1834 alunno presso il governo di Milano. Nel 1836 conseguì la patente per l’insegnamento di diritto naturale, statistica ed economia politica. Al volume Della potenza proporzionale degli Stati europei sui mari e sulle colonie (Milano 1840), che gli valse la nomina di socio corrispondente della Società geografica di Londra, fece seguire Del vario grado d’importanza degli Stati odierni (ibid. 1841). Nel 1843 risultò vincitore del concorso per la cattedra di scienze e leggi politiche presso l’Università di Padova (nomina 22 luglio, giuramento 6 settembre).
Sempre a Padova, sposò nel 1845 Luigia Leali – figlia dell’avvocato Angelo e della contessa Eleonora Negri – che morì un anno dopo il matrimonio; nel 1851 sposò a Torino Giuseppina Pavia, figlia di Giuseppe e di Maria De Filippi, dalla quale ebbe due figli, Maria Louise, nata nel novembre 1852, e Luis, nato nel novembre 1854.
La rivoluzione del 1848 lo vide tra i protagonisti: indusse una parte del corpo accademico a proclamare la libertà d’Italia, compì missioni politiche e militari presso il generale Guglielmo Pepe, Daniele Manin e il governo provvisorio di Milano; creò, con altri, il battaglione universitario e la guardia nazionale a difesa di Padova.
A seguito della battaglia di Custoza, riparò prima a Roma, dove grazie a Pellegrino Rossi incontrò più volte Pio IX, poi a Firenze, Milano, Varese e Loveno, nei pressi di Brescia. Si trasferì infine a Torino dove rimase per 46 anni. Nel novembre 1848 fu nominato presidente del Consiglio dell’Università di Torino, e segretario capo della divisione consolare al ministero degli Esteri del Regno di Sardegna. Nel 1849 le dimissioni dall’incarico ministeriale non vennero accettate da Gabriele de Launay e il mandato gli fu confermato da Massimo d’Azeglio – divenuto nel frattempo ministro degli Esteri – al quale era legato da profonda amicizia. Nel novembre 1859 divenne direttore capo di divisione al ministero degli Esteri, dove rimase anche durante le presidenze di Urbano Rattazzi e di Cavour.
Le funzioni svolte nell’ambito dell’attività diplomatica lo portarono spesso all’estero, permettendogli di stabilire una fitta rete di relazioni diplomatiche e commerciali. Nel 1860 fu incaricato da Cavour di recuperare l’archivio del ministero degli Esteri abbandonato dal re in fuga da Napoli; nel 1861 fu inviato a Tunisi, Atene, Costantinopoli, nel 1863 a Lisbona. Nominato nel 1862 console generale di prima classe, assunse nel 1863 prima il ruolo di plenipotenziario per la stipulazione della convenzione consolare con il Perù (29 marzo), e poi quello di ministro plenipotenziario per la Cina, il Giappone e il Siam (3 maggio). Ebbe contatti con Napoleone III, con il gabinetto inglese, con l’Accademia dei Georgofili di Firenze e con l’Accademia delle scienze di Torino, di cui era già socio corrispondente dal 1842. Il 6 novembre 1864 divenne ispettore consolare, l’8 ottobre 1867 consultore legale del ministero degli Affari esteri, e il 19 febbraio 1873 console generale ad Amburgo, dove rimase per un anno.
Mantenne anche in quegli anni un’intensa attività pubblicistica e scientifica con numerosi articoli apparsi su giornali italiani e bollettini di società e accademie. Molti dei lavori su commercio estero e relazioni politiche vennero raccolti nel volume La grandezza italiana. Studi, confronti desideri (Torino 1864), mentre quelli di natura giuridica in Scritti varii (ibid. 1867) e quelli storico-geografici comparativi in Memorie storico-politiche sugli antichi Greci e Romani (ibid. 1864). Quest’ultimo volume confluì prima in La storia antica restituita a verità e raffrontata alla moderna (ibid. 1865) e poi nei tre volumi di La storia politica dell’antichità paragonata alla moderna (Venezia 1866-67). L’opera ebbe notevole fortuna tanto da essere tradotta in tedesco da Carl von Rheinardstöttner (Die politische Geschichte des Altertums verglichen mit der Neuen, 1882).
Tra i fondatori della Società geografica Italiana (12 maggio 1867), Negri divenne il suo primo presidente condividendo con Cesare Correnti, all’epoca ministro dell’Istruzione, gran parte delle responsabilità. Rimase in carica fino al 1872, anno in cui la sede fu trasferita da Firenze a Roma. Tra le numerose attività, promosse la pubblicazione del Bollettino della Società geografica italiana uscito per la prima volta nel 1868 e mai sospeso; la raccolta del materiale destinato a formare la biblioteca sociale; i rapporti con altre società geografiche e istituti culturali; il conferimento di onorificenze al ‘merito geografico’; il riconoscimento nel 1869 del Sodalizio quale ente morale.
Rappresentò l’Italia alle conferenze geografiche convocate a Bruxelles da Leopoldo II del Belgio per la fondazione dell’Associazione internazionale africana (settembre 1876 e giugno 1877), alla Conferenza per la costruzione del canale di Panama di Parigi (maggio 1879). Fu con Paolo Mantegazza rappresentante italiano alla Conferenza coloniale di Berlino del 1884-85. Promosse, con Giacomo Bove, la spedizione italiana in Antartide, quella preparatoria in Argentina e nella Terra del Fuoco, la ferrovia dell’alto Nilo, il traforo del Gottardo.
Nel 1882 gli venne conferito il titolo di barone e nel 1890 divenne senatore.
Nel 1895, dopo aver perso la seconda moglie, si trasferì definitivamente a Firenze, dove morì il 18 febbraio 1896.
Fu socio corrispondente di 70 fra istituti e accademie scientifiche. Ricevette, in Italia e all’estero, oltre 40 onorificenze e decorazioni. Undici località del mondo furono denominate in suo onore.
Opere: Sulle vicende dell’interno diritto pubblico di Roma antica …, ibid. 1842; Quadro politico d’antica istoria …, in Giornale del R. Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti e Biblioteca italiana, 1842, t. III; Del come si formi una valente marina, Torino 1863; Idee elementari per una legge in materia di acque, ibid. 1864; Leggi forestali…, ibid. 1864; Discorso … all’adunanza generale dei membri della medesima il 15 dicembre 1867, in Bollettino della Società geografica italiana, 1868, pp. 13-37; Discorso del comm. C. N. rieletto presidente della Società …, ibid., pp. 39-59; Relazione … sullo stato della Società …, ibid., pp. 61-90; Relazione al 4 dicembre 1868, ibid. 1869, II, pp. 1-36; Discorso alla adunanza della Società …, ibid., pp. 99-117; Discorso…, ibid., 1869, III, pp. 1-48; Relazione … sui progressi della geografia e lo stato della Società del 13 marzo 1870, ibid., 1870, p. 4; Discorso del comm. C. N. presidente della Società … nell’adunanza solenne del 13 marzo 1870, Firenze 1870; Ottava seduta del Consiglio direttivo …, ibid.; Discorso … letto all’Assemblea generale … nella sala degli Arazzi del ministero della Pubblica Istruzione, Firenze 1871; Due mesi di escursione alle coste belgiche, olandesi e germaniche: ricordi e riflessioni, ibid.; Il libro di Marco Polo tradotto di nuovo con note dal colonnello Enrico Yule, in Boll. della Soc. geogr. ital., 1872, pp. 123-128; La nuova carta d’Australia di Petermann, ibid., pp. 129 s.; Sui passaggi antichi delle Alpi occidentali, ibid., pp. 131-135; Il Ghilan, ibid., pp. 136-138; L’emigrazione, ibid., pp. 139-141; Sull’ordinamento forestale, ibid., pp. 117-119; La spedizione polare austriaca e i Dalmati, ibid., pp. 119-121; Discorso letto … nel Circolo filologico di Firenze…, in Bollettino euganico, 1874; La geografia scientifica: memoria comunicata dal presidente fondatore …, in Memorie della Soc. geogr. ital., I (1878), pp. 3-38; Riflessioni geografiche e politiche sui progetti inglesi e russi di nuove comunicazioni ferroviarie fra l’Europa e l’Asia, in L’esploratore. Giornale di viaggi e geografia commerciale, Milano 1878; Riflessioni geografiche e politiche sui progetti inglesi e russi di nuove comunicazioni ferroviarie per l’Europa e l’Asia, ibid. 1879; Quanti gravi e giusti timori si hanno sulla sorte della “Vega”, in Boll. della Soc. geogr. ital., 1879, pp. 116-120; Elia Lombardini, ibid., pp. 67 s.; Conferenza … sul taglio dell’istmo di Panama, ibid., pp. 519-521; L’istmo di Panama e il canale interoceanico: discorso tenuto in Milano nell’aula della Società d’incoraggiamento, arti e mestieri …, Milano 1879; Idea sommaria della spedizione antartica italiana, proposta da C. N. e Giacomo Bove in Boll. della Soc. geogr. ital., 1880, pp. 240-249; Relazione sommaria dei lavori geodetici, topografici e cartografici eseguiti dallo istituto topografico militare nell’anno, ibid., pp. 249-253; I passati viaggi antartici e l’ideata spedizione italiana …, ibid., pp. 368-390; Proposta di una spedizione antartica italiana, ibid., pp. 238-240; Discorso pronunciato … il 20 settembre 1881 in occasione della gita fatta dai membri del Terzo congresso geografico internazionale da Venezia …, I, Notizie e rendiconti, Roma 1882 pp. 23-27; Le memorie di Giorgio Pallavicino. Considerazioni …, Torino 1882; C. N. a Gaetano Casati, in Boll. della Soc. geogr. ital., XXVII (1890), pp. 1106-1122; Memorie e relazioni: il Perù e la scienza italiana, ibid., pp. 52-53, anche in La Riforma, 19 dicembre 1889.
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