imperiale, culto
Nel mondo romano, anche se già in età repubblicana si registra talora il caso di onori divini tributati a magistrati romani da città greche (per es., a Marcello, dopo la conquista di Siracusa), un vero culto del capo dello Stato cominciò, sotto influenza ellenistica, con Cesare, cui furono attribuiti un tempio e un flamine e che dopo la morte fu accolto ufficialmente nel pantheon divino. Augusto associò il culto i. a quello della dea Roma e lo organizzò sistematicamente, a livello provinciale e municipale, anche mediante la creazione di appositi collegi sacerdotali (per es., i seviri Augustales). Le forme del culto variavano tra Oriente, dove la divinizzazione del sovrano era radicata, e Occidente. Nei secoli successivi il culto i. verso il sovrano in carica e i predecessori defunti divenne componente abituale della vita religiosa in tutte le città dell’impero, costituendo un elemento unificante per le variegate realtà religiose e politiche di cui questo si componeva. Il culto i. era anche celebrato a livello provinciale. L’affermazione del cristianesimo comportò una trasformazione della figura imperiale, che da divinità fu intesa come protetta di Dio.