CURAÇAO (A. r., 153-154)
Isola nel Mar Caraibico, la quale dà il nome al governo di Curaçao, colonia olandese che ha per centro amministrativo Willemstad, nell'isola Curaçao. Comprende le isole Aruba, Bonaire, Curaçao (nel gruppo delle Isole Sottovento) e le isole S. Eustachio, Saba e la parte olandese di San Martino (gruppo delle Sopravento). Il governo abbraccia una superficie di 1130 kmq. con 65.725 ab. (1929). L'isola Curaçao, la maggiore del gruppo, ha una superficie di 543 kmq. con 43.580 ab. (1929), dei quali 1500 sono Bianchi. Il resto della popolazione è costituita da una razza mista di discendenti di Negri, Indiani e Bianchi. La popolazione è per la maggior parte cattolica; vi sono 2000 protestanti e 500 ebrei (discendenti degli ebrei venuti in tempi passati dal Brasile), che sono i principali proprietarî del suolo. L'isola è bassa (raggiunge 372 m. nel monte Christofelberg) e ha clima molto asciutto: la sua posizione infatti fa sì che il vento aliseo non vi porti le piogge. Soltanto d'estate dopo che il sole ha passato lo zenit, si hanno temporali con piogge; inoltre il terreno calcareo non contiene acqua, cosìcchè la siccità è disastrosa quando le piogge non sono state sufficienti. A Curaçao vi è solo un allevamento di capre e scarsa attività agricola.
Presso la stretta apertura del Schottegat, sulla Baia di Santa Anna, è situata la città di Willemstad. Qui si concentrava già in passato la vita economica, assai misera peraltro, e di qui si esportavano i prodotti dell'isola: piccole arance, per la fabbricazione del liquore curaçao, una specie di tannino (divi-divi), pelli di capra, i cappelli detti di Panamá; qui si concentrava anche il cabotaggio delle coste del Venezuela e delle Antille. I fosfati della miniera di S. Barbara vengono esportati dalla piccola baia di Caracas. Recentemente le grandi imprese petrolifere hanno fondato a Willemstad le loro raffinerie di olio di nafta proveniente dal Venezuela e in grazia ai petrolî la colonia olandese di Curaçao ha avuto un grande sviluppo, tanto che dal 1925 non ha più bisogno dei sussidî della madre patria. A. Willemstad vi è presentemente un transito così intenso che il suo porto è diventato il secondo del regno olandese; nel 1927 il tonnellaggio netto entrato nel porto ascese a 20.000.000 mc.
Bibl.: West Indische Gids (Periodico mensile), L'Aia; Encyclopaedie van Nederlandsch West Indie, L'Aia 1914-1917; Carte topographique de Curaçao, 1 : 20.000 in 6 fogli (1911).
La lingua. - A Curaçao, oltre all'olandese, lingua ufficiale, parlata specialmente negli ambienti europei, la maggior parte della popolazione parla il papiamento. Si tratta di una lingua creola (v. creole, lingue) formatasi dal negro-portoghese portato dagli schiavi di colore, fusosi con lo spagnolo. Oggi la maggior parte del tesoro lessicale del papiamento è spagnola e solo il cinque per cento olandese. Gli elementi africani sono pochissimi (e fra essi il più notevole è il pronome nan "essi").
Il papiamento è, si può dire, l'unica lingua creola che serva anche a scopi culturali; il primo libro fu pubblicato nel 1843; la letteratura è prevalentemente religiosa; si stampano anche due giornali (La Cruz, 1900 segg. e El Sol, 1910 segg.) in papiamento.
Bibl.: E. Teza, Il dialetto curassese, in Politecnico, XI (1863), pp. 342-52; A. A. Fokker, in Tijdschr. v. Nederl. Taal en Letterkunde, XXXIII (914), pp. 54-79; ma specialmente R. Lenz, El Papiamento, la lengua criolla de Curazao; la gramática mas sencilla, Santiago del Chile 1928.
Storia. - L'isola di Curaçao fu scoperta nel 1499 e occupata dagli Spagnoli nel 1526. Nel 1634 fu conquistata dalla Compagnia Olandese delle Indie occidentali. La situazione stessa la predestinava a divenire un centro del commercio clandestino in schiavi negri, a danno degli Spagnoli che di tale commercio avevano fatto un monopolio. Soprattutto nel periodo 1640-1662, periodo nel quale il governo spagnolo non aveva appaltato l'assiento, cioè il diritto d'importazione di schiavi, il commercio di Curaçao prosperava. La Compagnia delle Indie Occidentali s'impadroniva pure della Costa d'Oro nell'Africa dove prendeva la "merce". La Spagna si sentiva impotente contro tali abusi e quando nel 1662, l'assiento fu appaltato ai mercanti genovesi, Grillo e Lomellino, questi erano costretti a comperare gli schiavi dagli Olandesi per poi venderli in America. In questo modo il commercio regolare era dipendente da quello clandestino. Più tardi (1684) l'assiento passò del tutto in mani olandesi, finché nel sec. XVIII il commercio dei Negri passò agl'Inglesi.
Nel 1800 Curaçao fu presa dagl'Inglesi, e quando nel 1808 in tutte le colonie inglesi il commercio di schiavi fu proibito per legge, finì la prosperità dell'isola. Nel 1814 parte dei possedimenti olandesi delle Indie occidentali fu restituita e anche Curaçao; però il governo olandese era costretto a rinunciare al commercio degli schiavi, di modo che la Colonia della Costa d'Oro divenne un peso inutile e nel 1874 fu ceduta agl'Inglesi in cambio di una maggiore libertà d'azione in Sumatra.
Bibl.: Wijnmalen, Les colonies néerlandaises dans les Antilles, in Revue coloniale intern., II (887), p. 391 segg.; Martin, Reise nach Niederländisch West-Indien, Leida 1887-88; Zwijsen, De kolonie Curaçao, L'Aia 1910; H. T. Colenbrander, Koloniale Geschiedenis, I e II, L'Aia 1925; C.P. Amenluxen, De geschiedenis van Curaçao (Storia di C.), L'Aia 1930.