Curia regis
Il termine Curia regis compare già nelle prime strutturazioni monarchiche europee come assemblea convocata in occasioni solenni e alla quale partecipano la grande aristocrazia feudale, le più alte cariche ecclesiastiche e alcuni cavalieri; l'altra accezione con la quale il termine viene utilizzato è quello di gruppo ristretto di consiglieri del sovrano: in entrambi i casi, comunque, la funzione della Curia regis è quella di amministrare giustizia e discutere di problemi di politica del Regno.
La Curia regia, ad esempio in Inghilterra, si sdoppia, agli inizi del XIII sec., in due organismi distinti: uno che rimane itinerante e continua quindi a seguire il sovrano nei suoi spostamenti, e un altro fisso, la corte dello Scacchiere, che amministra giustizia.
Nel Regno di Sicilia, il termine Curia regis compare in età normanna con la prevalente accezione di consiglio del re, in qualche modo differenziato dalle curiae generales o solemnes, alle quali partecipava un maggior numero di soggetti, appositamente convocati per ascoltare la parola del sovrano e per recepirne le disposizioni normative.
In età fridericiana la Curia era un organismo non definito esattamente, né è oggi definibile in base alla documentazione, né tantomeno alla normativa. Il termine aveva infatti due ambiti di applicazione, uno astratto, coincidente con una generale funzione di vertice di governo, e uno invece più concreto, con rimando a specificazioni di tipo istituzionale, in seno appunto alla sfera centrale dell'amministrazione fridericiana. Per quanto riguarda il primo ambito, sembra evidente che le numerosissime occorrenze del termine Curia nostra nei mandati della cancelleria regia indicassero genericamente il sovrano stesso e nello specifico l'insieme dei funzionari preposti, a livello centrale, ai vari ambiti amministrativi nella fase terminale, quella cioè che dai vari passaggi sul territorio giungeva direttamente al sovrano. Il termine, inoltre, era spesso utilizzato in alternativa a quello di Camera regis e tuttavia, malgrado non vi fosse una contrapposizione precisa o quantomeno formalizzata fra i due termini, si può affermare che mentre il termine Camera designava con maggiore frequenza la sfera 'domestica' della corte sovrana, il termine Curia sembra essere stato impiegato con riferimento alla sfera politica e amministrativa al vertice del Regno.
Per quanto riguarda invece la specificazione in senso istituzionale, occorre subito precisare che, in epoca fridericiana, la Curia regis coincideva sostanzialmente con il consiglio della Corona, composto dal sovrano, e dall'insieme dei proceres, dei consiliarii e dei familiares. In questo senso, la Curia esercitava funzioni amministrative e giurisdizionali. Al suo interno, seguendo un processo di specificazione tipico delle compagini monarchiche dell'epoca, si formò la Magna Regia Curia, alla quale fu demandata l'amministrazione della giustizia, e che divenne progressivamente un organismo istituzionalmente definito e assolutamente distinto dalla Curia regis.
fonti e bibliografia
Historia diplomatica Friderici secundi; Acta Imperii inedita, I.
Riccardo di San Germano, Chronica, in R.I.S.2, VII, 2, a cura di C.A. Garufi, 1936-1938.
Die Konstitutionen Friedrichs II. für das Königreich Sizilien, a cura di W. Stürner, in M.G.H., Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, II, Supplementum, 1996.
Il registro della cancelleria di Federico II del 1239-1240, a cura di C. Carbonetti Vendittelli, Roma 2002.
Oltre alle opere complessive sulla realtà politico-istituzionale fridericiana, si rinvia ai seguenti studi e alla bibliografia ivi citata:
W. Heupel, Der sizilische Grosshof unter Kaiser Friedrich II., Stuttgart 1940.
E. Mazzarese Fardella, Aspetti dell'organizzazione amministrativa nello stato normanno e svevo, Milano 1966.
H. Enzensberger, La struttura del potere nel Regno: corte, uffici, cancelleria, in Potere, società e popolo nell'età sveva (1210-1266). Atti delle seste giornate normanno-sveve (Bari-Castel del Monte-Melfi, 17-20 ottobre 1983), Bari 1985, pp. 49-70.
M. Caravale, Ordinamenti giuridici dell'Europa medievale, Bologna 1994.