Uomo di stato polacco (Varsavia 1770 - Montfermeil, Francia, 1861); figlio di Adam e Izabela Fleming; dopo le spartizioni della Polonia si propose di sollevarne le condizioni attraverso un miglioramento dei rapporti con la Russia. Amico del granduca Alessandro, quando questi salì al trono di Russia ne fu ascoltato consigliere e ministro influente, soprattutto in senso ostile a Napoleone. Esonerato dalla carica (1807), ritornò al fianco dello zar nei congressi successivi al crollo napoleonico, ritirandosi a vita privata nel 1817. Prese di nuovo parte alla vita politica in occasione della rivoluzione del 1830, nella quale cercò di far prevalere le idee moderate di una intesa con la Russia, ma di fronte alla reazione di Nicola I dovette rifugiarsi a Londra e quindi a Parigi. Dalla sua dimora, l'Hôtel Lambert, fu per un trentennio al centro di una vasta azione cospirativa degli emigrati polacchi di tendenza monarchico-conservatrice contro la Russia e l'Austria. Il proposito di far vivere la "questione" polacca, suscitando l'interesse delle grandi potenze alla ricostituzione della Polonia, condusse i polacchi del Cz. non solo ad appoggiare tutti i movimenti nazionali contro l'Austria, ma anche a mescolarsi a tutti i tentativi insurrezionali (Egitto, Belgio, Caucaso, Balcani) e soprattutto, nel 1848-49, a quello ungherese. Oltre che per la sua attività di uomo di stato, il Cz. ha un posto di rilievo nella storia della cultura polacca per il suo mecenatismo e per varie opere, la più significativa delle quali è il poema elegiaco Bard polski ("Il bardo polacco", 1840).