DACIA
. La provincia romana di Dacia, costituita subito dopo la definitiva sconfitta e la morte di Decebalo non ebbe confini definiti da un trattato, ché il regno daco fu considerato del tutto estinto. La determinazione delle frontiere dovette farsi lentamente, man mano che la provincia si organizzava, e si aprivano vie e si costruivano fortezze. Nella sua massima ampiezza la provincia romana venne ad occupare i paesi corrispondenti all'odierna Transilvania, al Banato di TimiŞoara, alla Moldavia a ponente del Prut, alla Valacchia, a parte della Galizia Meridionale e della Bucovina. Capoluogo della provincia rimase l'antica capitale del regno Sarmizegetusa (odierna GrădiŞte), che, ordinata a forma romana, ricevette sin dall'inizio i diritti di colonia (Corp. Inscr. Lat., III, 1443). Anche Tierna (Tsierna, Dierna; odierna OrŞova) pare abbia avuto da Traiano il titolo di colonia iuris italici. Altri centri abitati che ebbero costituzione romana furono Napoca (ora Cluj), divenuta municipio con Adriano, Potaissa (ora Turda), colonia con Settimio Severo, Apulum (ora Alba Iulia) dove fu il campo della legione XIII Gemina rimasta con molte coorti e ale ausiliarie a presidiare la nuova provincia. Le aspre guerre, la deportazione, la fuga avevano diminuito moltissimo la popolazione della Dacia, sicché fu opportuno condurvi numerosi coloni e fornir loro terre e strade. Alle miniere di ferro e d'oro si lavorò di gran lena, e già dai primi anni della conquista un M. Ulpius Hermias liberto di Traiano è preposto alla fodinae aurariae. Il governatore della provincia, di grado pretorio, ebbe il titolo di legatus Augusti pro praetore. Ne conosciamo uno dell'anno 110: Decimo Terenzio Scauriano (Corp. Inscr. Lat., III, Dipl. XXV). Una moneta di Traiano con la leggenda Dacia provincia dell'anno 112 fa pensare che in quell'anno l'assetto fosse del tutto completo. Con Adriano si ebbe una divisione della provincia in Dacia superior e Dacia inferior, la prima corrispondente alla Transilvania con Sarmizegetusa capoluogo e il legato come governatore, la seconda corrispondente alla Valacchia e governata da un procurator Augusti. Con Marco Aurelio la provincia viene divisa in tre distretti, e il governatore prende il titolo di legatus Augusti pro praetore Daciarum trium o consularis Daciarum trium. Le tre Dacie si chiamavano dalla città capoluogo: Dacia Porolissensis, la più settentrionale, Dacia Apulensis la mediana, Dacia Maluensis la meridionale. Il presidio si accrebbe di un'altra legione che fu la V Macedonica, tolta alla Mesia inferiore. Ognuna delle tres Daciae ebbe un proprio procurator Augusti alle dipendenze del consularis. Unica fu anche durante la triplice suddivisione l'assemblea provinciale che si riuniva a Sarmizegetusa col nome di concilium Daciarum trium (Corp. Inscr. Lat., III, 1454) e coi consueti incarichi di provvedere al culto di Roma e di Augusto, di distribuire tra i comuni le gravezze fiscali, e di presentare domande e ricorsi all'imperatore. Si sa di un vectigal sull'introduzione di merci del 2 ½%, percepito ai confini e amministrato dal funzionario che amministrava quello della Mesia inferiore: procurator Illyrici per Moesiam Inferiorem et Dacias tres (Corpus Inscr. Lat., III, 7127, 8042). Molti centri ebbero ordinamenti di città: oltre a Sarmizegetusa e Tierna, colonie già sotto Traiano, furono più tardi colonie Maluene, Ampelum, Aquae, Napocai Apulum, Potaissa, Romula, Drobeta (o Drubetae); municipî rimasero Porolissum e Tibiscum.
Le invasioni dei Marcomanni al tempo di Marco Aurelio ebbero luogo anche contro la Dacia che fu corsa e saccheggiata specialmente nelle sue regioni nord-occidentali, nonostante la resistenza del governatore Marco Claudio Frontone che morì sul campo: una iscrizione di ringraziamento a Marco Aurelio mostra che anche Sarmizegetusa fu minacciata (Corp. Inscr. lat., III, 7969). Ulteriori incursioni in Dacia si ebbero da parte dei Daci liberi rifugiatisi tra i Carpazî settentrionali e nei piani di Galizia. Sotto Caracalla, Macrino, Massimino si combattè contro di loro. Circa il 238 i Goti occuparono saldamente le coste del Mar Nero alle foci del Danubio e spinsero di là le loro ruberie in Mesia e in Dacia. Valeriano e Gallieno ebbero contro di loro e contro i Gepidi, che avevano preso stanza tra i Carpazî, molto duri combattimenti. E le incursioni si ripeterono tanto ostinatamente, che Aureliano evacuò la provincia, trasportando truppe e coloni romani a sud del Danubio, in una zona tra le due Mesie che chiamò Dacia ripensis con capoluogo a Serdica (Sofia) e poi a Ratiaria. E più tardi si suddivise ancora, costituendosi una Dacia Mediterranea con capoluogo a Serdica.
Bibl.: T. Mommsen, Le provincie romane da Cesare a Diocleziano (traduzione it. di E. De Ruggiero); J. Jung, Fasten der Provinz Dacia, Innsbruck 1894; R. Paribeni, Optimus princeps, Messina 1926.