DAHOMEY (A. T., 109-110-111)
Colonia del gruppo dell'Africa Occidentale Francese, limitata a S. dal Golfo di Guinea, a O. dal Togo, a E. dalla Nigeria britannica, a N. dalle colonie francesi dell'Alto Volta e del Niger. Ha una superficie di 107.000 kmq.
La costa, lunga 120 km., è rettilinea e orlata di lagune; le principali sono quelle di Grand Popo, di Ouidah, di Cotonou (che allargandosi forma il lago Nokoué), di Porto Novo. Il basso Dahomey, fino al 9° di lat. N., è una foresta di palme da olio curate dagl'indigeni; a N. del nono parallelo si stende una regione di savane. Il rilievo è poco accentuato, a eccezione della catena dell'Atacora (da 800 a 900 m.), che s'innalza con direzione da SO. a NE. Nella parte nord-occidentale della colonia. Quasi tutte le acque del Dahomey vanno all'Ouémé (450 km.), che riceve a destra il Zou; un altro fiume costiero che scorre da N. a S. è il Couffo: abbondanti nelle stagioni delle piogge, essi sono poveri di acqua nella stagione secca; e non sono navigabili che nel corso inferiore e solamente dalle piroghe.
Il clima del basso Dahomey comprende quattro stagioni: la grande stagione delle piogge, da aprile a luglio; la piccola stagione secca, da luglio a settembre; la piccola stagione delle piogge, da settembre a dicembre; la grande stagione secca, da dicembre ad aprile. L'aria è molto umida e assai ricca di vapore acqueo. Nell'alto Dahomey non vi è che una stagione di piogge, da giugno a dicembre, tanto più breve quanto più si avanza verso il nord. Le quantità di pioggia annuali sono molto minori che nella Costa d'Avorio (Porto Novo 1260 mm.).
La colonia del Dahomey conta circa 980.000 ab., di cui 800 Europei (densità 9,15). La densità è molto più alta della media nel basso Dahomey, soprattutto nella regione compresa tra il Couffo e l'Ouémé, attorno all'antica capitale Abomey (9000 ab.), e nella regione delle lagune, ove si trovano le città di Porto Novo (21.643 ab., di cui 268 Europei), capoluogo della colonia e Ouidah (9619 abitanti, di cui 129 Europei). La sola città importante del medio Dahomey è Djougou (7000 ab.). La densità è molto minore nell'alto Dahomev.
La popolazione del Dahomey annovera molti popoli diversi: vi si possono tuttavia distinguere tre gruppi principali. Fra il Volta e la Mina abitano i Fon o Dahomeiani propriamente detti (42% della popolazione totale), che appartengono alla famiglia linguistica degli Ewé; essi avevano una civiltà originalissima: avevano fondato il regno del Dahomey, in cui il sovrano, assistito da una casta militare, aveva potere assoluto; la presenza delle amazzoni nell'esercito, i sanguinosi sacrifici del rito che si diceva in uso, nei quali venivano sgozzate migliaia di vittime, erano caratteristiche di questo regno. I Dahomeiani hanno tuttavia tendenze artistiche e sono laboriosi e intelligenti; esercitano l'agricoltura, il commercio, la pesca. Al centro e nel sud-est si trovano i Nagot (10% della popolazione); la parte settentrionale è occupata dai Bariba (12% della popolazione) e da gruppi assai importanti di Fulbè (5%), dediti all'allevamento degli animali domestici. Queste popolazioni sono rimaste nella maggioranza animiste; tuttavia l'islamismo tende a propagarsi tra di esse.
La grande ricchezza del Dahomey è la palma da olio (Elaeis guineensis), i cui prodotti costituiscono i 9/10 delle esportazioni. La si trova in tutta la parte meridionale fino all'altezza di Parakou e di Djougou, ma le sue piantagioni sono fitte soprattutto su di una larghezza di 18 km., a partire dalla costa. Gl'indigeni la rispettano nelle bonifiche, in modo che ogni campo acquistato sulla macchia diventa in . seguuo un palmeto. Si lasciano all'incirca 200 palme per ettaro; ogni albero produce da 12 a 14 grappoli, con circa 150 noci ciascuno: si tagliano i grappoli, si estraggono le noci, si schiacciano e si fa bollire l'olio; i noccioli che rimangono dopo l'estrazione dell'olio contengono tanta materia grassa quanta ne contiene la stessa polpa e vengono esportati con il nome di palmisti. Le piantagioni di cocco, frequenti su tutta la costa, e quelle di Kapok e di Karit che si trovano nel Nord, sono finora poco sfruttate. La principale coltura alimentare è quella del mais, che è la base dell'alimentazione degl'indigeni: se ne fanno due raccolti all'anno nella regione delle lagune, uno nel medio oahomey; se ne esporta una discreta quantità. Il miglio tiene nel nord lo stesso posto che il mais nel sud; si coltivano pure l'igname, la manioca, il riso. In questi ultimi anni hanno avuto un certo sviluppo le coltivazioni del cacao e del caffè, come pure quella del cotone, che si è estesa soprattutto nel medio Dahomey (intorno a Savalou). L'allevamento del bestiame si pratica solo nel nord. La principale industria indigena è quella dell'estrazione dell'olio di palma, praticata con sistemi molto primitivi con i quali va perduta la metà dell'olio: si nota peraltro uno sforzo per industrializzarla. Appartengono all'industria europea le officine per la sgranatura del cotone, i laboratorî della strada ferrata di Cotonou, l'officina elettrica di Porto Novo. Ha importanza la pesca esercitata nei laghi e nelle lagune; gran parte del pesce è venduta secca o affumicata.
Il Dahomey possiede due linee ferroviarie: la ferrovia centrale e quella dell'Est. La ferrovia centrale (300 km.) unisce Cotonou a Savé passando per Allada e Abomey e da essa si dirama un tronco da Pakou a Segborué per Ouidah (30 km.); una strada di 483 km., praticabile dalle automobili in ogni stagione, va da Savé a Gaya sul Niger. Si prevedono prolungamenti della ferrovia centrale verso il Niger e l'Alto Volta, ed è in progetto anche una linea da Segborué a Anecho, che collegherebbe la rete ferroviaria del Dahomey con quella del Togo. La ferrovia dell'Est (80 km.) unisce Porto Novo a Pobé con diramazione per Sakéte. Cotonou, Ouidah e Grand Popo sono rade esterne, dove le navi pescano al largo, e gli scarichi debbono essere effettuati per mezzo di piroghe che attraversano la diga; Cotonou, porto principale della colonia, è provvisto di una banchina; un regolare servizio di navigazione è necessario nelle lagune; la laguna di Cotnnou comunica con quella di Porto Novo e questa con Lagos (Nigeria).
Il commercio del Dahomey raggiunge un movimento di 295 milioni (di cui 159 alle importazioni e 136 alle esportazioni). Le importazioni consistono principalmente in oggetti manufatti, tessuti di cotone, zucchero, petrolio, fiammiferi, tabacco; le esportazioni in noci di palma (48.000 tonn., del valore di 85 milioni), olio di palma (18.000 tonn., del valore di 42 milioni), cotone (726 tonn., del valore di 6 milioni), mais, pesce secco. Alle importazioni la Francia partecipa per 59 milioni, la Gran Bretagna per 54 gli Stati Uniti per 19; alle esportazioni la Francia partecipa per 32 milioni, la Germania per 47, la Gran Bretagna per 37.
Per la parte orientale del Togo, che - in virtù di un accordo franco-inglese del 1919 - è stata posta sotto mandato francese, v. alla voce togo.
Bibl.: Brunet e Giethlen, Dahomey et dépendances, Parigi 1900; H. Hubert, Mission scientifique au Dahomey, Parigi 1908; Le Dahomey (Commissariato dell'A.O.F. Esposizione di Marsiglia, 1922); Serv. geogr. dell'A.O.F., Carta a 1 : 500.000, 1926.
Storia. - L'origine degli stati indigeni nella regione del Dahomev è incerta; parrebbe tuttavia che essi siano stati ab antiquo vassalli del re del Benin. Nel 1610 circa, Tacuduno terzogenito di Kopon re di Allada passò nel paese dei Foy, bene accolto dal re Da, che gli concesse un terreno sul quale egli si stabilì, pochi anni dopo. Peraltro, Tacuduno s'impadronì di tutta quanta la regione costituendovi il regno del Dahomey (1625). I successori di Tacuduno, e fra gli altri Adahunzu I (1650), guerreggiarono col potente stato limitrofo degli Ashanti e nel 1725, uniformandosi alla tendenza comune di tutti quanti i reami interni dell'Africa, cercarono di aprirsi un accesso al mare, impadronendosi delle regioni litoranee. Nel 1741 il re del Dahomey Bessa Abadé s'impossessò del forte portoghese di Ouidah e re Gezo (1818-1858) estese invece il Dahomey al N., facendo raggiungere allo stato i limiti massimi.
Il primo trattato del Dahomey con potenze europee fu quello d'amicizia e commercio concluso con la Francia il 1° luglio 1851. Dieci anni dopo (23 febb. 1861), i Francesi conclusero un trattato col re di Porto Novo, vassallo di quello del Dahomey; in quello stesso anno gl'Inglesi, regnando Gleglé figlio di re Gezo, tolsero Lagos al Dahomey. Con due successivi trattati del 19 maggio 1868 e del 19 aprile 1878, i Francesi ottennero dal re del Dahomey la cessione del litorale di Cotonou. Soltanto nel 1884, peraltro, il governo francese inviò un residente a Porto Novo e piccole guarnigioni in detta località e a Cotonou. Il re del Dahomer cioè della regione costituente il retroterra della Costa degli schiavi, vedendosi così precluso ogni sbocco al mare protestò chiedendo lo sgombero di Cotonou (1887) e non avendo avuto risposta, devastò nel 1889 il territorio di Porto Novo e Ouidah. I Francesi cercarono di venire a un accomodamento mediante trattative pacifiche (novembre-dicembre 1889), ma senza risultato; anzi, essendo morto il re Gleglé, il figlio Behanzin iniziò senz'altro le ostilità e invase il possedimento francese. Truppe inviate dal Senegal e dal Gabon, al comando del comandante Terrillon, fra il 21 febbraio e il 5 marzo 1890, con l'appoggio di unità navali, liberarono la regione di Cotonou e respinsero gl'invasori sulla riva sinistra dell'Uemé; il 28 marzo, con l'appoggio di cannoniere risalenti il fiume, li batterono ancora respingendoli più a monte.
Porto Novo rimaneva però bloccato; furono chiesti rinforzi, e proclamato il blocco marittimo della costa per impedire il contrabbando. Per tutta risposta re Behanzin assalì Porto Novo alla testa di 8000 fra guerrieri e amazzoni. Il 20 aprile si ebbe ad Atchoupa un combattimento sanguinoso, ma non decisivo, in quanto Behanzin mantenne l'investimento di Porto Novo. Ciò nonostante il governo francese, restio a continuare nell'azione militare, intavolò nuove trattative, che condussero all'equivoca convenzione del 3 ottobre 1890 in base alla quale Behanzin riconosceva l'occupazione di Cotonou in cambio di un'indennità annua di 20.000 franchi. Ma appena levato il blocco, Behanzin si valse di tali somme per procurarsi armi e munizioni e nell'estate 1891 invase di nuovo il possedimento francese. Fu allora nvovamente proclamato il blocco della costa, e costituita una spedizione, al comando del colonnello Dodds, per ridurre Behanzin a più miti consigli.
Behanzin disponeva di circa 12.000 guerrieri comprese le amazzoni, specie di guardia reale composta di donne valorosissime in guerra. Il corpo di operazioni del col. D0dds, formatosi gradatamente a Porto Novo, comprendeva ai primi di settembre 3500 uomini dei quali circa 1500 Europei.
Tolte le forze dai presidî di Grand Popo-Cotonou e Porto Novo, rimasero disponibili come forze mobili 2000 uomini circa, coi quali furono costituite 3 colonne, cui seguiva un convoglio con viveri per cinque giorni per tutto il corpo di spedizione. Obiettivo della spedizione: Abomey, capitale del Dahomey. Il col. Dodds scelse come linea di rifornimento quella del fiume Ouémé, fino a Tohuè, per valersi del fiume, navigabile per le cannoniere, come linea di comunicazione e come appoggio tattico. Dopo finte dimostrative da Aguè e Ouidah, mosse per la riva sinistra del fiume su Dogba, ove la spedizione si concentrò fra il 14 e il 18 settembre. Il 19 settembre 4000 indigeni, al comando di un fratello di Behanzin, dopo aver passato l'Ouémé 25 km. a nord di Dogba, sorpresero da est il campo francese respingendo gli avamposti; ma il grosso resistette e respinto col fuoco l'assalitore lo contrattaccò a sua volta ricacciandolo; i Francesi ebbero 16 uomini fuori combattimento; i nemici 400. La spedizione avanzò fino a Gbedè, ove il 2 ottobre passò sulla riva destra; proseguendo quindi a nord verso il nemico, schierato a cavallo dell'Ouemè fra Poguessa e Tohuè, il 4 venne attaccata in piena boscaglia: dopo due ore di combattimento l'attacco fu respinto con l'aiuto delle cannoniere fiancheggianti dal fiume la spedizione.
In quest'azione i Francesi; perdettero 41 uomini e il nemico 200. Nei giorni successivi la spedizione, lasciato l'Ouémé, marciò in direzione di Abomey; il 13 venne conquistato il campo trincerato di Akpa, ma il nemico attaccò più volte nei giorni successivi obbligando i Francesi ad arrestarsi ad Akpa in attesa di rinforzi e di rifornimenti. Solo il 26 ottobre, ricevute due compagnie in rinforzo e riorganizzato il corpo operante, il Dodds marciò su Kotopa, che fu presa il 27, indi su Kana, la città santa del Dahomey, che cadde dopo tenace resistenza il 6 novembre. Il 17 i Francesi entrarono finalmente in Abomey, che trovarono incendiata. Behanzin era fuggito verso il nord; il col. Dodds, promosso generale, proclamò decaduto il re e il Dahomey sotto il protettorato francese; il nuovo territorio fu organizzato militarmente in 3 regioni, quindi gradatamente pacificato. Behanzin, datosi alla campagna dopo aver invano tentato approcci di pace, infestava con le sue bande la regione fra Abomey e l'Ouémé; durante tutto il 1893 gli fu data la caccia: e circondato alfine da numerose colonne volanti e abbandonato dagli ultimi partigiani, il 25 gennaio 1894 si arrese ad Ajego; venne deportato alla Martinica.
Finiva così l'indipendenza di fatto del Dahomey. La Francia si sforzò in seguito di sorpassare le altre potenze europee nell'occupazione del retroterra per poter fondere il Dahomey col Sūdān francese.
La delimitazione dei confini con il Togo e la Nigeria fu stabilita dalle convenzioni del 1897 e del 1898 rispettivamente strette dalla Francia con la Germania e l'Inghilterra. Dopo la guerra mondiale, in virtù di un accordo franco-inglese del 1919, la parte orientale del Togo è stata posta sotto mandato francese. Amministrativamente il Dahomey, dopo essere stato lungamente colonia francese autonoma, passò a far parte (1895) della Africa Occidentale Francese ed è tuttora governata da un luogotenente governatore dipendente dal governatore generale risiedente a Dakar (v. africa occidentale francese).
Bibl.: La maggiore autorità per la storia del Dahomey antecedente alla conquista francese è A. Dalzel, The History of Dahomey, Londra 1793. Per il resto oltre le pubblicazioni registrate da A.P. de Lannoy (pseud. di A. Pawloski), Bibliographie raisonnée des ouvrages concernant le Dahomey (Popos, Iuda, Porto Novo, Dahomey, Mahi), Parigi 1895, v. G. François, Notre Colonie du Dahomey, Parigii 1905; A. le Héissé, L'ancien Royanne du Dahomey, moeurs, religion, histoire, Parigi 1911; A. Cajani, Africa occidentale francese, in Rivista militare italiana, 1892; H. Johnston, La colonizzazione dell'Africa, trad. it. Cavallero, Torino 1925.