Gelin, Daniel. - Attore francese (n. Angers, Maine-et-Loire, 1921 - m. Parigi 2002). Attivo soprattutto negli anni Cinquanta, G. portò frequentemente sullo schermo figure tormentate e inquiete, caratterizzate da sguardo cupo e da recitazione nervosa. Ottenne il suo primo ruolo importante in Rendez-vous de juillet (Le sedicenni, 1949), ma si impose soprattutto in due film di Max Ophuls, La ronde (La ronde ‒ Il piacere e l'amore, 1950) e Le plaisir (1952), così come anche nella caratterizzazione di personaggi secondari, per es. quello della spia francese pugnalata nel mercato di Marrakech, nelle prime sequenze di The man who knew too much (1956) di A.Hitchcock.
Dopo essersi trasferito giovanissimo a Parigi, frequentò il Conservatoire prendendo lezioni da B. Dussane, D. d'Inés e L. Jouvet. Interruppe però gli studi e, parallelamente all'attività cinematografica, iniziò con discreto successo anche quella teatrale, che intensificò negli anni sessanta insieme alle apparizioni televisive, diradando l'attività sul grande schermo. Oltre i film di Ophuls che gli offrì alcuni dei ruoli più importanti della sua carriera, interpretò molti altri film di rilievo mostrando le sue ottime capacità recitative: Les mains sales (1951) tratto da J.-P. Sartre; La minute de vérité e Adorables créatures (Quando le donne amano) entrambi del 1952; La romana, tratto da A. Moravia, e L'affaire Maurizius, entrambi del 1954; Napoléon (1955); En effeuillant la marguerite (Miss spogliarello, 1956) al fianco di B. Bardot; Mort en fraude (La donna di Saigon, 1957) di M. Camus; La fille de Hambourg (1958). Tre dei suoi figli, tra cui Maria Schneider, sono attori.
Tra gli altri film si ricordano: Cartagine in fiamme (1960); La ligne de démarcation (1966); Paris brûle-t-il? (1966); Le souffle au cœur (1971).