DANTE ALIGHIERI, Società nazionale (XII, p. 348)
Negli anni immediatamente precedenti la seconda Guerra mondiale la "Dante Alighieri" sviluppò notevolmente la propria organizzazione in Italia e all'estero, con circa un milione di iscritti. Il decennio 1938-48 ha rappresentato, prima un periodo di distruzione e, dopo, di lenta e laboriosa ricostruzione.
La ripresa della "Dante Alighieri" è partita da un'ampia ed organica riforma statutaria, in base alla quale il sodalizio è stato restituito alle funzioni originarie di tutela e di diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero, indipendentemente da politica, razza, nazionalità, confessione o ideologia, come libera associazione di coloro che nel mondo sono uniti dall'amore per la lingua e la civiltà italiana, con la massima snellezza organizzativa e con il più ampio respiro per le iniziative individuali. Tutte le cariche direttive sono state rese elettive, senza alcuna differenza fra italiani e stranieri. È presidente, dal 1946, Vittorio Emanuele Orlando.
Scuole, corsi di lingua e di cultura, biblioteche, sale di lettura, manifestazioni artistiche e musicali, borse di studio, ecc., rimangono, come per il passato, le iniziative fondamentali per il raggiungimento degli scopi sociali, per mezzo di oltre cinquecento fra comitati, sottocomitati e sezioni. Ormai gli iscritti superano il milione e mezzo, con particolare promettente affluenza dei giovani delle scuole primarie e secondarie. La ripresa del movimento emigratorio di Italiani in cerca di lavoro all'estero e le dolorose conseguenze della sconfitta sul mutilato territorio nazionale impongono alla "Dante" compiti vasti e delicati, che si riallacciano a quelli affrontati dal sodalizio nei primi anni della sua fervida e operosa esistenza.