Fo, Dario
Un moderno giullare
Uomo di teatro, attore, regista e autore, Dario Fo può essere considerato, insieme a Eduardo De Filippo, tra i più grandi attori italiani di fine Novecento. Lui stesso si è autodefinito un moderno giullare, che combatte il potere con le armi dell'arte, della comicità e del riso. Nel 1997 gli è stato assegnato il premio Nobel per la Letteratura
Dario Fo, nato a Sangiano (Varese) nel 1926, è l'autore italiano vivente più rappresentato nel mondo. Tuttavia, i testi teatrali di Fo sono poco considerati dal mondo letterario, come se il fatto di essere un attore, per di più comico, e per di più tanto famoso e amato, lo trasformasse in un autore facile e commerciale.
Quando nel 1997 gli è stato assegnato il premio Nobel, le reazioni della cultura italiana sono state fredde o addirittura scandalizzate. Alcuni hanno perfino asserito di non sapere chi fosse Fo. La motivazione del Nobel fa riferimento al suo coraggio nell'"emulare i giullari medievali flagellando le autorità e sostenendo la dignità degli oppressi". Preservare la dignità umana, viene aggiunto, è indubbiamente uno degli scopi fondamentali del premio voluto da Alfred Nobel.
Fo, che è anche scenografo e pittore, debutta come attore e autore agli inizi degli anni Cinquanta e già nel 1953 ha un immediato successo con Un dito nell'occhio, uno spettacolo di rivista, comico e satirico, politicamente di sinistra e nuovo per la graffiante critica sociale. Conosce in quell'occasione il mimo Jacques Lecoq, che gli insegna a sfruttare per fini teatrali, intensificandoli, i suoi difetti (il sorriso cavallino o la voce non limpida) e a creare contrasti efficaci tra ciò che dicono le battute e quel che dice la mimica.
Nel 1954 sposa l'attrice Franca Rame e con lei inventa un tipo di comicità nuovo, assurdo, venato di politica, clownesco (Chi ruba un piede è fortunato in amore, 1961, Settimo, ruba un po' meno, 1964, La signora è da buttare, 1967). Insieme a lei, nel 1962, partecipa alla trasmissione televisiva Canzonissima, che però abbandona, per non piegarsi alle pressioni della censura contro le loro battute a sfondo politico.
Per molti, l'arte di Fo si identifica con uno spettacolo nato nel 1969: Mistero buffo. È lo spettacolo che lo ha reso famosissimo in Italia e all'estero, più volte aggiornato nei decenni successivi. Il titolo, che ricalca quello di una celebre farsa politica e surreale di Vladimir V. Majakovskij, messa in scena da Vsevolod E. Mejerchol´d negli anni della Rivoluzione russa è di per sé una indicazione artistica e politica precisa. Mistero buffo è costruito come una composizione di brevi storie, di grande inventiva drammaturgica ed esuberanza mimica. Dario Fo, in maglione e pantaloni neri, solo sul palcoscenico, racconta e mima storie spesso di soggetto medievale o religioso: la resurrezione di Lazzaro, la vestizione di papa Bonifacio VIII, uno Zanni (un personaggio di servo della commedia dell'arte) affamato che sogna di prepararsi una zuppa gigantesca, ma, quando si sveglia, divora con gusto una mosca. Fo mima tutte le parti, passando da un personaggio all'altro, racconta in un dialetto lombardo reso comprensibile dalla mimica e dalle spiegazioni iniziali, oppure in grammelot (una lingua inventata che ne imita una esistente, utilizzando suoni senza senso insieme a qualche parola vera).
Ne deriva uno spettacolo unico, raffinato per la qualità dell'attore, ma anche semplice, che può essere portato in giro nei cabaret, nelle piazze, nei grandi teatri, nei tendoni da circo, davanti a qualsiasi tipo di pubblico.
Dopo il 1968, in seguito ai grandi movimenti di rivolta politica, Fo lascia i teatri tradizionali. Presenta numerosissimi spettacoli sempre più comico-politici: da Morte accidentale di un anarchico (1970), e Il Fanfani rapito (1975), fino a Il diavolo con le zinne (1997) e Lu santo jullare Francesco (1997), utilizzando un sistema diverso per girare il paese, che impiega spazi non nati per il teatro. In questo modo, Fo evita il rischio più grave per l'attore comico: la dipendenza dal suo pubblico, il pericolo di adeguarsi a quel che vuole, di smettere di essere un giullare e di diventare un buffone. Per non diventare un buffone, e continuare a essere un giullare.
[Mirella Schino]
1926 - Nasce il 24 marzo a Sangiano in provincia di Varese.
1940 - Si iscrive all’Accademia milanese di Brera.
1944 - Si arruola volontario nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana.
1950 - Inizia la sua carriera di autore per la radio e per il teatro.
1954 - Il 24 giugno sposa Franca Rame.
1969 - Il 1° ottobre, al cinema Ariston di Sestri Levante, va in scena Mistero buffo.
1978 - Al teatro alla Scala di Milano cura la regia dell'Histoire du soldat di Igor Stravinskij.
1985 - Il 18 ottobre, a Venezia, va in scena lo spettacolo Hellequin, Harlekin, Arlecchino.
1997 - Il 10 dicembre viene insignito del premio Nobel per la letteratura.
1998 - L'Università La Sapienza di Roma gli conferisce la laurea honoris causa in letteratura.
2016 - Il 13 ottobre muore a Milano.
[Red.]