DATAME (Δατάμης, Datămes)
Satrapo persiano, figlio di Camisare. Servì presso Artaserse II (v.) e insieme col padre si segnalò in una guerra contro i Cadusî, popolazione del sud dell'Arabia. Alla morte del padre (384) ebbe la satrapia della Cappadocia meridionale e forse dopo aver partecipato alla guerra contro il re egizio Taco (382 a. C.) insieme con Autofradate fu nominato satrapo di tutta la Cappadocia. Poco dopo prese prigioniero il principe Thuys di Paflagonia e sottomise il ribelle Aspis in Cataonia.
Intorno al 375 il Gran Re gli affidò il comando supremo della spedizione contro l'Egitto; ma fu revocato da questo comando per intrighi di corte. Quando intorno al 370 o qualche anno dopo scoppiò la rivolta dei satrapi, anche D. vi prese parte. Nel 361 D. invase la Mesopotania; ma movendo lo stesso Artaserse contro di lui con forze superiori, dovette retrocedere. Quindi, tradito dallo stesso suocero Mitrobarzane che passò ad Artabazo, come prima era stato tradito dal figlio Sisine, arrestò la sua azione. Due anni dopo ricominciò l'offensiva e la guerra si svolse in Mesopotamia e in Panfilia: finalmente il Gran Re riuscì a sopprimerlo con una insidia per mezzo di Mitridate, figlio di Ariobarzane (359-58). D. era fornito di non comune ingegno militare, e la sua condotta rivela la scarsa coesione da cui già a quell'epoca era afflitto l'Impero persiano.
Bibl.: W. Judeich, Kleinasiatische Studien, Marburgo 1892, p. 194 seg.; E. Meyer, Gsch. des Alt., V, Berlino 1902, p. 315 seg.; J. Beloch, Griech. Gesch., III, i, Lipsia 1922, p. 212 segg.; ii, pp. 154 seg., 250 seg.; U. Kahrstedt, Forsch. zur Gesch. des ausgehenden V und des IV Jahrhunderts, Berlino 1910, p. 92 seg.