DE MEIS, Angelo Camillo
Scienziato e filosofo, nato a Bucchianico (Chieti) il 14 luglio 1817 e morto a Bologna il 6 marzo 1891. Fu professore di storia della medicina all'università di Bologna. Dopo essere stato, a Napoli, scolaro di Bertrando Spaventa e del De Sanctis, si dedicò allo studio della medicina e particolarmente della fisiologia e patologia del corpo umano, portando però in tale studio metodi e proponendosi problemi più consoni alla filosofia che alla scienza sperimentale.
Il problema spirituale del D. M. era infatti quello da lui artisticamente delineato nel romanzo Dopo la laurea (2 voll., Bologna 1868-69), il cui protagonista, entusiasta in sua gioventù della natura, ne sentiva poi inaridito il valore attraverso lo studio scientifico e aspirava a una sua superiore interpretazione e giustificazione filosofica. Il D.M. tentò in realtà di applicare i principî hegeliani nel campo della fisiologia e della biologia, sforzandosi di perfezionare la filosofia della natura dello stesso Hegel; e polemizzò vivamente contro la medicina sperimentale e contro le teorie del Darwin, tutto inteso a concepire l'evoluzione naturale come una evoluzione logica (Darwin e la scienza moderna, Bologna 1886). Sistemare razionalmente la classificazione delle specie naturali fu una delle sue aspirazioni più vive (I tipi vegetali, Bologna 1865; I tipi animali, voll. 2, Bologna 1872-75). Il D. M. si travagliò anche intorno al famoso problema hegeliano del passaggio dall'idea alla natura; e si rifugiò infine, scontento di tutte le sue ricerche, in una fede, quasi religiosa, nel Dio hegeliano: l'umano pensiero creatore. In questa saldezza quasi religiosa di fede nell'hegelismo, in un campo in cui ormai più arduo appariva il difenderlo, era del resto l'atteggiamento più caratteristico della figura del D. M. La stessa nobiltà di cultura si mostrava, infine, anche nella concezione politica che egli, discutendo intorno al concetto del Sovrano, espose nel 1868 in due articoli (ristampati, insieme con le polemiche che il primo provocò, dal Croce, Bari 1928; e cfr., per il pensiero politico del D. M., anche altri suoi scritti elencati nella bibliografia, sotto citata, del Gentile, specie ai nn. 25,3443 56,63). Riferendosi alla condizione politica dell'Italia del tempo, egli attribuiva la funzione della sovranità a un'entità mediatrice, che doveva conciliare in sé l'antitesi del "popolo inferiore" (il "sensuale e immaginativo") e del "popolo superiore" (il "riflessivo e pensante"): riconoscendo, così, la funzione storica della monarchia.
Bibl.: Degli scritti del D. M. v. bibliografia di G. Gentile, in Critica, XII (1914), pp. 304-10. Sul D. M. v. A. Del Vecchio-Veneziani, La vita e l'opera di A. C. De Meis, Bologna 1921; B. Croce, La letteratura d. nuova Italia, I, 3ª ed., Bari 1929, pp. 393-96; G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, III, ii, Messina 1923, pp. 51-75; L. Russo, F. De Sanctis e la cultura napoletana, Venezia 1928, pp. 193-98, 255-62, e passim.