De Meis, Angelo Camillo
Scienziato e filosofo (Bucchianico, Chieti, 1817 - Bologna 1891). Allievo a Napoli di Spaventa e di De Sanctis, si dedicò allo studio della medicina e particolarmente della fisiologia e patologia del corpo umano, portando però in tale studio metodi più consoni alla filosofia che alla scienza sperimentale. Medico aggiunto all’ospedale degli Incurabili dal 1843, dopo la promulgazione della Costituzione nel Regno di Napoli venne eletto deputato. Dopo i moti del 1848, costretto all’esilio, si recò a Genova, a Torino e a Parigi, dove rimase fino al 1853. Tornato in Italia si stabilì a Torino, ma nel 1859 fu chiamato a insegnare Fisiologia all’università di Modena. Poco dopo fece ritorno a Napoli e vi rimase fino al 1863, partecipe dei fatti conclusivi della spedizione garibaldina. Collaboratore di De Sanctis nei mesi in cui questi resse la direzione dell’Istruzione nel governo provvisorio, avviò la riforma dell’università e delle antiche istituzioni accademiche napoletane. Fu poi chiamato a insegnare Storia della medicina all’università di Bologna. De Meis tentò di applicare i principi hegeliani nel campo della fisiologia e della biologia, sforzandosi di perfezionare la filosofia della natura dello stesso Hegel. Polemizzò vivacemente contro la medicina sperimentale e contro le teorie di Darwin sostenendo la concezione dell’evoluzione naturale come un’evoluzione logica (Darwin e la scienza moderna, 1886). Concentrò inoltre le sue riflessioni sulla questione hegeliana del passaggio dall’idea alla natura, rifugiandosi infine in un idealismo dogmatico e teologizzante. Le sue idee politiche, miranti a una giustificazione dell’istituto monarchico, sono espresse in due articoli del 1868 ristampati da Croce (Il Sovrano, 1928).