AZZOLINO, Decio
Cardinale (chiamato iuniore per distinguerlo da un omonimo suo prozio, morto nel 1587, che fu pure cardinale), nacque a Fermo di nobile famiglia l'11 aprile 1623. Venuto a Roma, il cardinale Barberini lo introdusse come segretatio presso Giacomo Panciroli, che andava nunzio in Spagna. Diventato cardinale il Panciroli, l'A. fu suo conclavista nel conclave donde usci papa Innocenzo X (4 settembre 1644). Il nuovo papa prese a favorire l'A., il quale, dopo rapida carriera negli uffici curiali, fu da lui, il 2 marzo 1654, creato cardinale diacono di S. Adriano. Morto nel 1655 Innocenzo, l'A. fu uno degli undici cardinali che formarono il gruppo detto lo squadron volante, perché intendeva restare imparziale fra le diverse tendenze politiche degli altri ed era disposto ad eleggere solo chi fosse apparso più utile alla Chiesa; ed appunto l'A. particolarmente si adoperò per l'elezione del cardinal Chigi (Alessandro VII); parte importante esercitò pure nei conclavi donde uscirono papi Clemente IX, Clemente X ed Innocenzo XI. Sotto Clemente IX l'A. fu segretario di stato. Alessandro VII gli affidò la direzione degli affari, molto dissestati, della regina Cristina di Svezia; e bello, colto, brillante quale era, seppe acquistarsi talmente il favore di lei, che fu fatto suo erede universale. L'A. morì l'8 giugno 1689 e fu sepolto a S. Maria della Vallicella. Lasciò un'opera latina sull'elezione del papa; si dilettò anche molto di poesia volgare e fu uno dei protettori del poeta Francesco Lemene.
Bibl.: A. Ciacconius e A. Oldoinus, Vitae Pontif. et Cardin., Roma 1677, IV, 704; G. M. Crescimbeni, Comentarj della Volgar Poesia, Venezia 1730, III, p. 183 G. M. Mazzuchelli, Letterati d'Italia, I, p. 1291; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese di Roma, Roma 1869-80, XIII, p. 460, n. 1121.