DECRETALISTI
. Questo nome spetta ai compilatori e interpreti delle decretali posteriori al Decretum di Graziano (v. decretali); e, nella storia della giurisprudenza canonica, il periodo successivo a quello dei decretisti si designa appunto come l'età dei decretalisti. Il nuovo periodo si fa iniziare col 1234, cioè dalla promulgazione del Liber extra, la compilazione ufficiale delle decretali extravagantes. Da allora infatti esse prevalgono sia nel campo pratico sia in quello scientifico. Già però nel periodo dei decretisti, mentre la maggior parte dei glossatori tiene conto delle nuove decretali che modificano o abrogano norme del Decretum, vi sono canonisti che si dedicano alla raccolta e allo studio delle extravagantes, e quindi vengono frequentemente classificati tra i decretalisti. Tale nome spetta, per esempio, a Bernardo da Pavia che, verso il 1191, fu autore della prima delle Quinque compilationes antiquae, a Giovanni Gallensis, autore della seconda, a Pietro Collevaccino, autore della terza, e a tutti quei canonisti che, avanti la raccolta gregoriana, glossarono e commentarono le cinque compilazioni; cioè, oltre ai ricordati, a Riccardo Anglico, Gilberto, Alano, Bernardo da Compostella (l'antico), Lorenzo Ispano (sebbene il suo apparato al Decreto, largamente utilizzato da Giovanni Teutonico, soverchi per importanza le sue glosse alle decretali), Vincenzo Ispano, che prima del 1217 aveva composto apparati alle tre prime compilationes (come poi sarà fondamentale la sua opera di chiosatore delle Decretali di Gregorio IX), Damaso Boemo, Grazia, Lanfranco, Tancredi, il cui apparato alle tre prime compilazioni ebbe valore di glossa ordinaria delle decretali fino alla pubblicazione del Liber extra, e infine Giacomo d'Albenga, che glossò la compilatio quinta, prima commentata da Giovanni Teutonico, più celebre come decretista.
Pubblicata la raccolta di Gregorio IX, essa pure ebbe subito glosse e commenti nelle forme già perfezionate dai decretisti. Per tale opera d'interpretazione acquistano fama, oltre il già citato Vincenzo Ispano, Goffredo da Trani, Sinibaldo dei Fieschi (poi Innocenzo IV), Enrico da Susa detto il cardinale Ostiense, Pietro de Sampsone, l'Abbas antiquus, Bernardo da Compostella iunior, e infine Bernardo da Botone da Parma, la cui glossa fu considerata la glossa ordinaria delle decretali. Nello stesso campo furono apprezzati anche per le loro monografie, trattati e quaestiones, i canonisti Raimondo di Peñafort, Guglielmo Durante, Guglielmo de Mandagoto, Giovanni de Deo, Egidio de Fuscarariis, che pare sia stato il primo insegnante laico di diritto canonico a Bologna.
La scuola dei decretalisti si suol considerare chiusa attorno al 1280 o forse più tardi, con l'opera di Giovanni d'Andrea, una delle più poderose figure di canonista, autore delle glosse ordinarie al Sesto e alle Clementine.
Decretisti e decretalisti rappresentano il periodo della interpretazione delle fonti (Schulte); cui succede quello degli scolastici (Schulte) o pragmatici del diritto ecclesiastico (Besta). Ma anche nella nuova fase della giurisprudenza, le decretali di Gregorio IX, con le aggiunte delle successive compilazioni, costituendo la base dell'insegnamento e dell'elaborazione scientifica, forniscono la materia di monumentali opere a quasi tutti i maggiori canonisti (v.), che, sotto tale aspetto, si possono ancora annoverare tra i decretalisti.
Bibl.: J. F. von Schulte, Die Gesch. der Quellen und Lit. des canonischen Rechts, ecc., I, II, Stoccarda 1875-77; E. Besta, Storia del diritto italiano. Legislazione e scienza giuridica, Milano 1925, I, ii, p. 835 segg.