DEDALO di Sicione
Scultore bronzista, figlio di Patrocle, che era forse fratello di Policleto. La più antica opera che si ricordi di lui è la statua di Eupolemo eleo, vincitore allo stadio nel 396 a. C., dedicata in Olimpia; le più recenti sono le figure di Arcade e di Nike nel donario collocato dagli Arcadi a Delfi dopo la vittoria su Sparta, nel 369. Altre statue di vincitori dei giuochi olimpici sono menzionate da Pausania (VI, 2, 8; 3, 4; 6, 1): tra queste è degna di nota quella di un fanciullo sul cavallo. Fece pure colà il trofeo per la vittoria degli Elei sugli Spartani (Paus., l. c., 2, 8). Plinio (Nat. Hist., 34, 76) ricorda due fanciulli che si forbiscono con la strigile; una base di statua con la sua firma fu trovata a Efeso. Dagli avanzi del basamento trovati a Delfi risulta che la statua virile poggiava i piedi secondo la norma policletea: lo stile dell'artista ci è ignoto, ma deve essere stato affine a quello della statua di giovane trovata in mare presso Anticitera, ora al museo di Atene, opera che molto risente della scuola di Policleto.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, Künstler-Lex., VIII, 1913, p. 283.