• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

deduzione trascendentale

Dizionario di filosofia (2009)
  • Condividi

deduzione trascendentale

Luciano Albanese

Concetto presente nella Critica della ragion pura (➔) (1781) di Kant. Il termine, desunto dal linguaggio giuridico, viene adoperato allo scopo di spiegare con quale pretesa di legittimità i concetti puri o categorie si possano riferire a oggetti. Questa d. viene chiamata da Kant «trascendentale», perché la caratteristica fondamentale dei concetti puri dell’intelletto o categorie sta proprio nel riferirsi ai rispettivi oggetti senza nulla desumere dall’esperienza per la rappresentazione dei medesimi. Inoltre, a differenza delle intuizioni pure di spazio e tempo, senza le quali non possono apparirci oggetti, possono ben apparire oggetti senza che debbano necessariamente riferirsi a funzioni dell’intelletto. Questo è quanto accade, secondo i chiarimenti dati da Kant nei Prolegomeni, nei cosiddetti giudizi percettivi. Lo scopo della d. t., in sostanza, è quello di dimostrare come soltanto in riferimento ai concetti puri dell’intelletto siano possibili ‘oggetti di esperienza’ ossia ‘giudizi di esperienza’. Kant procede dimostrando, in successione, che i sensi non sono in grado di fornire l’unità sintetica che caratterizza i giudizi di esperienza; che tali giudizi presuppongono un fattore unitario: e che questo fattore unitario è l’appercezione (➔), ossia l’unità oggettiva dell’autocoscienza (➔). Ne consegue che la forma logica – in senso trascendentale – di tutti i giudizi consiste nell’unità oggettiva nell’appercezione dei concetti in essi contenuti, e quindi che il molteplice di un’intuizione data sottostà necessariamente alle categorie. Infatti, essendo l’esperienza in senso forte ‘conoscenza mediante la connessione di percezioni’, le categorie, quali articolazioni dell’Io penso o appercezione trascendentale, risultano condizioni della possibilità dell’esperienza, e valgono pertanto a priori per tutti gli oggetti d’esperienza.

Vedi anche
a priori In filosofia, termine usato specialmente da I. Kant per indicare ciò che non dipende dall’esperienza, opposto a ciò che si definisce a posteriori. Ha origine in Aristotele, che aveva distinto l’universale dell’intelletto, la causa, come ‘primo per natura’ cioè per la ragione, dal particolare della percezione ... Immanuel Kant Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, dove compì gli studî medî, e s'iscrisse quindi all'università. Seguace dapprima del wolffiano ... Thomas Hobbes Filosofo (Westport, Malmesbury, 1588 - Hardwicke 1679). Studiò a Oxford, dove conseguì nel 1607 il diploma di baccelliere delle arti. Fu introdotto presso la potente famiglia del barone William Cavendish, poi conte di Devonshire, come precettore del figlio. Ebbe inizio così una consuetudine con questa ... Galileo Galilèi Fisico e filosofo della natura (Pisa 1564 - Arcetri 1642). Figlio maggiore di Vincenzo, musicista e teorico della musica e di Giulia Ammannati, trascorse la sua infanzia tra Pisa e Firenze (dal 1574). Il 5 settembre 1580 (1581 secondo il calendario pisano) fu immatricolato fra gli "scolari artisti" all'ateneo ...
Tag
  • APPERCEZIONE TRASCENDENTALE
  • CRITICA DELLA RAGION PURA
  • AUTOCOSCIENZA
  • INTELLETTO
  • INTUIZIONE
Altri risultati per deduzione trascendentale
  • deduzione
    Enciclopedia della Matematica (2013)
    deduzione in logica, termine indicante il rapporto di derivazione che in un ragionamento lega la conclusione alle premesse. Poiché la deduzione ha carattere formale, prescinde cioè dal contenuto e dalla verità delle proposizioni su cui verte per considerarne solo la struttura logica, essa può essere ...
  • deduzione
    Enciclopedia on line
    Filosofia Rapporto per il quale una conclusione deriva da una o più premesse. Nella storia della filosofia si distinguono tre principali interpretazioni di tale rapporto. Secondo la prima, esso è fondato sull’essenza necessaria o sostanza degli oggetti cui si riferiscono le proposizioni: è questa l’interpretazione ...
  • deduzione
    Dizionario di filosofia (2009)
    Nesso di derivazione che sussiste tra premesse e conclusione in un ragionamento. Analisi del concetto di d. sono state ampiamente sviluppate nel contesto della costruzione di assiomatizzazioni e nel contesto dello studio della logica del ragionamento (➔ sillogismo; assiomatizzazione; ragionamento). ...
  • deduzione
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    deduzióne [Der. del lat. deductio -onis, da deducere "dedurre", comp. di de- "da" e ducere "trarre"] [LSF] Una proposizione, la verità o il giudizio che si deduce, con il metodo deduttivo, da una proposizione più generale o che si desume da un complesso di dati; quindi, più generic., conclusione. ◆ ...
  • DEDUZIONE
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Forma di ragionamento, mediante la quale si ricava da una verità universale una verità particolare, e che perciò si contrappone all'induzione, procedente, all'inverso, dal particolare all'universale. La forma tipica della deduzione è quindi la dimostrazione sillogistica, o apodissi, teorizzata da Aristotele, ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
trascendentale
trascendentale agg. [dal lat. mediev. transcendentalis, der. del lat. class. transcendĕre: v. trascendere]. – In senso generico, che trascende, cioè va oltre, supera certi limiti, un certo grado, un certo ordine. In partic.: 1. In filosofia,...
deduzióne
deduzione deduzióne s. f. [dal lat. deductio -onis, der. di deducĕre «dedurre»]. – 1. Termine tecnico usato dai Romani per indicare la fondazione di una colonia. 2. L’atto o il processo tramite il quale si perviene a una conclusione mediante...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali