DEGLI UBERTI, Luca Antonio (Luca Antonio Fiorentino)
Mancano le date di nascita e di morte di questo incisore su legno e rame nato a Firenze nella seconda metà del XV secolo. Nel 1503 e nel 1504 era attivo a Verona come stampatore, da solo e con Bernardino Misinta di Brescia, di alcuni libri fra i quali la Patellani (1974) ricorda il Dissuasoria e il De Deliciis Paradisi di Celso Maffei e la storia di Piramo e Tisbe, contrassegnati dal suo monogramma "L.A.F." molto semplificato ma caratteristico e ricorrente in tutta la sua produzione. Nei primi due decenni del XVI secolo lavorava a Venezia dove si trova nominato come "stampatore" nei documenti relativi a un processo del 7 genn. 1513 durante il quale fu condannato ad un anno di prigione per "bestemmie" (Patellani, 1974).
Paul Kristeller (1897, p. LI) ha provveduto a distinguere il D. dallo stampatore L. Giunta - con cui il Passavant (1864, p. 69) lo confonde - sottolineando che l'attività predominante del D. era l'intaglio piuttosto che la stampa. Fino al 1526 il suo monogramma, in diciassette varietà di tipi, si può rintracciare in una sessantina di volumi stampati a Venezia ed illustrati da xilografie; fra di essi è un Libro d'Abacco (Kristeller, 1897, p. XL).
Il suo ritorno a Firenze, ove introdusse la maniera veneta nell'arte dell'incisione (tratteggio incrociato anziché parallelo), avvenne verso la metà del XVI secolo ed è attestato da una xilografia firmata che orna il titolo della Istoria di s. Antonio da Padova, del 1557.
Il Kristeller (1897, p. XLIII) aggregava intorno alle opere già menzionate dal Bartsch (1866) e dal Passavant (1864) un nucleo di incisioni su rame senza firma ma, a suo parere, affini per le peculiarità del disegno dei volti, delle mani e dei drappeggi risolti in una maniera dura e non aggraziata ma riconoscibile. Elevava a ventisei il numero delle opere incluse nel catalogo dell'artista, inserendovi i seguenti fogli: Crocefissione con Maddalena e s. Girolamo (Milano, Castello Sforzesco, Musei civici, coll. Trivulzio); S. Girolamo in penitenza (ibid.); Sacrificio di un toro (Londra, British Museum); quattro figure di antichi eroi individuati come Troilo, Teseo, Pirro ed Achille.
Il catalogo delle opere conosciute ed accolte dalla critica, non corposo, è stato ulteriormente ridotto, sulla base di una disomogeneità di stile rispetto ai fogli firmati o siglati con il monogramma, a partire dai lavori dello Hind (1910), recepiti dai non numerosi studiosi posteriori. Attualmente è riconosciuta largamente la sua attività di xilografo mentre la produzione di stampe incise a bulino su rame è ristretta a otto fogli, contrassegnati dal monogramma e pertanto attribuitigli con certezza: Ultima cena (Cleveland, Museum of Art), Erodiade (Vienna, Albertina), Donna con due bambini che giuocano (Londra, British Museum), Leone, leonessa e drago che combattono (ibid.), Profilo di un imperatore romano (ibid.), La Vergine e il Bambino con s. Giovanni Evangelista e una santa (ibid.), Combattimento di due centauri (ibid.). Nell'incisione su rame usava disegni altrui, conferendo all'interpretazione una durezza plastica e metallica che serve ad individuarlo fra i suoi contemporanei mentre nell'intaglio abbandona precocemente il sistema dei tratti paralleli in favore del metodo del tratteggio incrociato.
La sua opera più rara è l'Ultima cena, di grande formato in due fogli. L'unica composizione intera è quella, già citata, conservata nel museo di Cleveland, mentre un esemplare con la sola parte di destra si conserva anche al British Museum di Londra. È incisa dal Cenacolo di Foligno, dipinto ad affresco dal Perugino nel convento di S. Onofrio a Firenze, intorno al 1495, ed attribuito in precedenza a Raffaello. La stampa proviene direttamente dalla Forschungsbibliothek dello Schlossmuseum di Gotha in Germania. L'incisione era conosciuta dal Cavalcaselle il quale basava anche su questo elemento la sua ipotesi che Gerino - che era autore, a suo parere, dell'affresco - avrebbe ridipinto una composizione già esistente sulla medesima parete (E. Camesasca, Tutta l'opera del Perugino, Milano 1959, p. 57).
Bibl.: Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, Paris 1856, II, p. 230; J. D. Passavant, Le peintre-graveur, Leipzig 1864, V, pp. 6, 10, 20, 69, 104, n. 114; A. Bartsch, Le peintregraveur, Leipzig 1866, XIII, pp. 388 s.; A. von Schmarsow, Das Abendmahl in St. Onofrio..., in Jahrbuch der Königlich-Preussischen Kunstsammlungen, V (1884), p. 213; G. Duplessis, Dict. des marques et des monogrammes des graveurs, Paris 1886, p. 210; P. Kristeller, Die ital. Buchdrucker und Verleger-Zeichen, Strassburg 1893, n. 345; Id., Early Florentine Woodcuts, London 1897, pp. XL-XLY; [V. Massena] Prince d'Essling, Les livres à figures venitiens, Firenze-Paris 1909, VI, p. 98; A. M. Hind, Cat. of. early Ital. Engravings preserved in the Brit. Museum, London 1910, I, pp. 210-13; G. K. Nagler, Die Monogrammisten, IV, München 1919, pp. 269 s.; M. Pittaluga, L'incisione ital. del Cinquecento, Milano 1928, p. 84; A. M. Hind, Introduction to a History of Woodcut, London 1935, pp. 452-56; Id., Early Italian Engraving, London 1938, pp. 211-214; M. Sander, Le livre à figure italien, Milano 1942, IV, p. LVII; L. E. Prasse, "The Last Supper" by L. D., in The Bull. of the Cleveland Museum of Art, XXX (1943), p. 5 s.; F. Lippmann, The art of Wood Engraving in Italy in the Fifteenth Century, Amsterdam 1969, pp. 30-34; J. Levenson-K. Oberhuber-J. L. Sheenan, Early Italian Engravings from the National Gallery of Art, Washington 1973, pp. XXI, 28, 65, 281, 516, 520; G. Patellani, L. D., in Quaderni del conoscitore di stampe, 1974, n. 20, pp. 46-55.