Cantimori, Delio
Storico, nato a Russi nel 1904 e morto a Firenze nel 1966. Nei primi anni del-l’attività storiografica di C. l’interesse per M. non viene mai completamente allo scoperto, forse perché «erano gli anni in cui si soleva parlare molto, sui giornali e riviste politiche, di realismo politico e di Machiavelli come maestro di realismo politico […] moda destinata a trovare il suo culmine nel Preludio al Machiavelli di Benito Mussolini» (Il ‘Machiavelli’, «Belfagor», 1961, 16, p. 751). Eppure di una presenza machiavelliana testimonia lo stesso C., ricordando nel 1934 le scelte della giovinezza: «la mia ‘politica’ consisteva nell’applicare i metodi del machiavellismo volgare alla realizzazione della ‘Politeia’ platonica» (Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, a cura di A. Prosperi, 1992, p. XXI).
Se negli scritti storico-filosofici del tempo M. appare, in genere, isolato rispetto al suo contesto, da parte di C. una parziale correzione di tale prospettiva si ha già nel saggio su Retorica e politica nell’umanesimo italiano (1937, poi in Id., Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, a cura di A. Prosperi, 1992, p. 485-86), dove l’analisi dell’Umanesimo fiorentino si amplia fino a comprendere M. e Francesco Guicciardini. Questi ultimi «per la loro stessa grandezza e precisione di pensiero superano l’umanesimo»: ma non pertanto hanno avuto ragione quegli storici – tra cui Federico Chabod – che hanno «trascurato fino agli ultimi tempi il pensiero politico degli umanisti, relegandone le eloquenti immagini […] in quel mondo delle inutili seppure altisonanti parole […] che si suol chiamare ‘retorica’».
Nel maggiore tra i suoi scritti, Eretici italiani del Cinquecento (1939), il nome di M. compare solo per chiarire la scelta di Fausto Sozzini come «negazione rigorosa ed estrema di quella politica che il Machiavelli aveva ‘scoperto’, e insomma […] glorificazione consapevole dei profeti disarmati» (Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, cit., p. 428). Anche negli scritti degli anni Quaranta e Cinquanta M. continua a essere un astro oscuro, che influenza solo ex negativo il movimento degli altri protagonisti del-l’universo storiografico cantimoriano, in questo caso i grandi machiavellisti: da Jacob Burckhardt a Francesco De Sanctis, fino a Augustin Renaudet, Luigi Russo e Chabod. A proposito degli ultimi due C. faceva notare, non senza una certa asprezza, come M. fosse «momento intrinseco della loro attività scientifica, conformemente a una tradizione, in sostanza idealistica e umanistica, per la quale lo storico si identifica coi grandi del passato» (Il ‘Machiavelli’, cit., p. 753). Non è forse un caso che C. si concentri ex professo su M. solo nel momento in cui, agli inizi degli anni Sessanta, il tema rimaneva orfano di Chabod e Russo. Il capitolo dedicato a M. della Storia della letteratura italiana Garzanti conferisce particolare rilievo all’atteggiamento di M. nei confronti dei fenomeni religiosi, mentre il M. di Chabod «poco risente la commozione di ogni movimento spirituale, non contenuto nella pura idea politica» (F. Chabod, Scritti su Machiavelli, 1964, p. 80). Del giudizio di M. sulla religione, tanto quella pagana quanto quella cristiana, C. faceva invece il filo conduttore della sua interpretazione:
partendo da certe superstizioni (segni celesti, il fulmine su Santa Reparata, ecc.) fino all’uso politico della religione, le oscurità o ambivalenze non mancano. Ma accanto a questi aspetti, l’ironia del Machiavelli […] è così seria e attenta alla religione, che non può esser mai ridotta a satira (Niccolò Machiavelli: il politico e lo storico, 1966, pp. 38-39).
Nell’attenzione di M. per i fenomeni religiosi C. colse in ultimo (e non poté sviluppare fino in fondo) un’originale linea di lettura: proprio qui sta la traccia profonda che egli ha lasciato anche su questo terreno di studi.
Bibliografia: Il ‘Machiavelli’ [di Luigi Russo], «Belfagor», 1961, 16, pp. 749-57; Niccolò Machiavelli: il politico e lo storico, in Storia della letteratura italiana, 4° vol., Il Cinquecento, a cura di E. Cecchi, N. Sapegno, Milano 1966, pp. 7-42; Politica e storia contemporanea, a cura di L. Mangoni, Torino 1991; Eretici italiani del Cinquecento e altri scritti, a cura di A. Prosperi, Torino 1992.