Circuito, utilizzato nella tecnica delle telecomunicazioni, che effettua l’operazione inversa della modulazione (➔) e cioè provvede a estrarre il segnale utile, o segnale modulante (o in banda base), dal segnale modulato (su portante). Il principio di funzionamento dei d. e i circuiti utilizzati dipendono dal tipo di modulazione e dalla frequenza (v. fig.). In molti casi vi è una affinità fra i circuiti per la demodulazione e quelli impiegati per la modulazione. Due casi particolarmente interessanti sono quelli dei d. per segnali modulati in ampiezza (doppia banda laterale e portante trasmessa) e quelli dei d. per segnali modulati in frequenza. Circuiti tipici del primo caso sono il d. di inviluppo e il d. coerente (o sincrono) che presenta migliori caratteristiche di linearità. Nel caso dei d. di frequenza, si usa spesso la denominazione di discriminatore. Vari schemi tipici sono utilizzati in questo caso: da quello più elementare basato su un circuito risonante, al discriminatore bilanciato, a sfasamento, o a rapporto. Caratteristica tipica di molti discriminatori è quella di fornire un segnale di uscita dipendente anche dalle variazioni di ampiezza dell’ingresso.