OPPENHEIM, Dennis
Scultore statunitense, nato a Mason City (Washington) il 6 settembre 1938. Completati gli studi presso il California College of Arts and Crafts a Oakland (1959-64), tra il 1964 e il 1965 frequentò la Stanford University dove poi insegnò per circa un anno. Stabilitosi definitivamente a New York, dove vive e lavora, verso la fine degli anni Sessanta, O. entrò in contatto con W. de Maria, con il quale prese parte alla importante mostra collettiva dedicata alle Earthworks (1968) dalla Dwan Gallery di New York; in quello stesso anno ebbe luogo, presso la galleria Gibson, la sua prima mostra personale.
Tra i più significativi e rigorosi esponenti della land art, O. esordì nei tardi anni Sessanta proponendo interventi diretti sul paesaggio naturale: come i profondi tracciati lineari derivati dalla semina preordinata di grano (Directed seeding wheat, 1968), i cumuli di detriti o gli ampi cerchi concentrici incisi su campi arati o su laghi ghiacciati (Annual rings, 1968), tutti segni macroscopici tesi a instaurare un rapporto più intenso tra uomo e natura e a riqualificare l'ambiente attraverso la traduzione materiale delle proprie elaborazioni teoriche, traduzione spesso effimera e perciò registrata con fotografie o filmati.
O. è stato guest artist presso la Yale University (1969), il California College of Arts and Crafts (1970) e l'Art Institute di Chicago (1971-72), e dalla seconda metà degli anni Settanta ha proseguito la sua ricerca sostituendo l'azione diretta sulla natura con una serie di provocanti operazioni legate alle contemporanee soluzioni della body art e dell'arte comportamentale, con sconcertanti e gigantesche sculture cinetiche definite machine works (Attempt to rise Hell, 1974; Saturn up-draft, 1979; Newton discovering gravity, 1984; Above the wall of Electrocution, 1990) o con le più recenti serie di opere che ripropongono in grande scala gli oggetti quotidiani più consueti (Black, 1991). Presente in Europa e negli Stati Uniti con numerose mostre personali (di rilievo le retrospettive allestite al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1975; al Musée d'Art Contemporain di Montreal nel 1978 e presso la galleria newyorkese P.S.1 nel 1991) e rassegne collettive (Body art, Museum of Contemporary Art di Chicago, 1975; Documenta 6, Kassel, 1977; Modern machines: recent kinetic sculpture, Whitney Museum di New York, 1985), negli anni Ottanta O. ha ottenuto importanti commissioni per opere monumentali destinate all'aperto (Kröller-Müller Rijksmuseum di Otterlo, 1981; Fattoria di Celle, presso Pistoia, 1983; Olympic Park di Sŏul, 1988). È stato inoltre vincitore del Guggenheim Foundation Sculpture Grant nel 1972 e del National Endowment for the Arts, Sculpture Grant nel 1974 e nel 1981. Vedi tav. f.t.
Tra i suoi scritti: Catalyst 1967-70 (1970) e Indentation (1974).
Bibl.: L. Lippard, 6 Years: The dematerialization of the art object, New York 1973; J. Crary, Dennis Oppenheim's delirious operations, in Artforum, novembre 1978; C. Simmons, Dennis Oppenheim and the Eternal Machine, marzo 1991. Cataloghi di mostre: Dennis Oppenheim, Amsterdam 1974; Whitney Biennal 1977, New York 1977; Dennis Oppenheim, Parigi 1980; Dennis Oppenheim, Tokyo 1983; Dennis Oppenheim, Tel Aviv 1984; A. Heiss, Dennis Oppenheim: selected works 1967-1992, New York 1992.