denti di cane
Incollati agli scogli con la testa all'ingiù
I denti di cane, che mordono i piedi di chi cammina scalzo sugli scogli lasciati scoperti dalla bassa marea, sono in realtà strani Crostacei chiamati balani. Non sono liberi di muoversi come tutti i Crostacei, ma vivono attaccati agli scogli, chiusi in una torre di pietra dalla quale arraffano tutto quello che passa
La vita di un balano, comunemente detto dente di cane, inizia con il nauplio, la tipica larva dei Crostacei. Queste larve vagano a miliardi nel plancton fino a che, richiamate dai segnali chimici degli adulti, si avvicinano alla costa. Nel frattempo si sono trasformate in una caratteristica seconda fase larvale, che si chiama cypris e assomiglia a una microscopica vongola, tutta chiusa com'è in un carapace che forma una doppia valva. La cypris arriva sugli scogli dove si attacca con una specie di colla prodotta da una ghiandola che si trova sulla testa. Poi compie una rotazione di 90° e, in questo modo, si viene a trovare con le lunghe zampe verso l'alto. Il corpo così stranamente fissato diventa il balano adulto e si circonda di una vera muraglia di robuste piastre, una specie di minuscola torre, dalla cui sommità sporgono le sei zampe fitte di setole. Queste lunghe zampe catturano i minuscoli organismi planctonici che le onde spingono alla loro portata; le zampe si chiamano cirri e questi bizzarri organismi hanno il nome di Cirripedi "piedi a cirri". Stanno dovunque, attaccati agli scogli sulla linea di marea e, più che vedersi, si sentono se ci si cammina su a piedi nudi.
Esistono anche altri Cirripedi, chiamati lepadi, che invece di essere fissati direttamente sugli scogli come i balani si attaccano con un lungo peduncolo carnoso sugli oggetti galleggianti, come i tronchi degli alberi o, ai nostri giorni, le cassette di plastica incivilmente gettate in mare. E così viaggiano per tutta la vita, portati a caso dalle correnti marine. Alcune di queste lepadi, con la bianca muraglia che protegge il corpo, possono sembrare un grosso uovo. In passato, quando nessuno immaginava che gli uccelli compissero migrazioni tanto lunghe, si vedevano le anatre partire verso l'orizzonte e, per tutto l'inverno, non se ne sapeva più niente. Qualcuno pensò che le lepadi fossero uova di anatra, e perciò una delle specie note si chiama Lepas anatifera.
Anche i rizocefali sono Cirripedi e sono ancora più bizzarri di lepadi e balani. L'unico indizio che ci fa capire che sono Crostacei Cirripedi è l'esistenza delle due larve, nauplio e cypris. Infatti, gli adulti non si attaccano agli scogli come i balani o agli oggetti galleggianti come le lepadi, ma sono parassiti di un altro crostaceo, per esempio dei granchi. Dentro il granchio si trasformano in una specie di fitta radice che circonda tutti gli organi della povera vittima. Rizocefali significa appunto "testa a radice": questi micidiali parassiti hanno perduto, per adattarsi a questo tipo di vita, qualsiasi forma che possa ricordare un crostaceo. Il parassita sporge all'esterno con una grossa sacca in cui deposita migliaia di uova. Infatti la prima larva di rizocefalo che penetra in un granchio si sviluppa in femmina; successivamente arriverà una seconda larva di rizocefalo che sarà un maschio, ridotto ai soli organi genitali maschili, e vivrà come parassita della sua femmina. Il suo ruolo sarà solo quello di fecondare le uova via via che vengono prodotte. Il fatto più impressionante di questa forma speciale di parassitismo è il comportamento del granchio, cioè della vittima. La sacca delle uova del parassita sporge esattamente nel punto in cui il granchio terrebbe le proprie uova e la povera vittima, come fosse impazzita, finisce per curare le uova del parassita che si sta nel frattempo nutrendo all'interno dei suoi organi. Ed è ancora più strano il fatto che, se il parassita penetra in un granchio maschio, quest'ultimo si comporta come fosse femmina, curando le uova del suo pessimo ospite con la stessa attenzione appunto di una femmina. I granchi parassitati non sono più in grado di riprodursi.