depressione
Incapacità di provare gioia
La depressione è uno stato d'animo di tristezza e di angoscia, in cui manca la capacità di provare gioia. È del tutto normale in certe situazioni difficili della vita. Se invece inizia senza una causa apparente, o è esagerata, oppure dura troppo a lungo, la depressione deve essere considerata una vera e propria malattia
Avere periodi in cui ci si sente tristi è un'esperienza normale: possiamo essere tristi o addirittura angosciati per fatti più o meno spiacevoli che ci sono capitati. Tuttavia per depressione si intende una vera malattia, in cui lo stato d'animo è caratterizzato da incapacità di provare gioia e, soprattutto, di sperare che in futuro la situazione possa cambiare. La sensazione di depressione può essere più o meno grave. A volte c'è solo un po' di fatica a iniziare la giornata, l'idea che non vale la pena di alzarsi dal letto perché non ci aspetta nulla di buono. Altre volte invece si arriva a una costante sensazione di oppressione e pena, mancanza di interessi e di progetti per il futuro. Non c'è più cura verso la propria persona, tutto è faticoso. L'espressione del viso diventa fissa, la voce monotona, la memoria sembra ridotta. Tutto, anche la casa e i familiari, vengono vissuti come estranei, con distacco. Il disinteresse anche verso le persone più care crea sensi di colpa che non fanno altro che peggiorare la situazione. Nei casi più gravi si può arrivare al suicidio. Questa estrema tristezza può essere in rapporto a un fatto spiacevole, ma diventa malattia se manca la capacità di reagire al dispiacere. Altre volte la depressione nasce senza una causa evidente ed è oggi una malattia molto frequente specialmente nei paesi industrializzati.
Le cause della depressione possono essere genetiche e ambientali. I fattori genetici sono quelli trasmessi con il DNA dai genitori ai figli e sono responsabili di una predisposizione ad ammalarsi. I fattori ambientali sono avvenimenti e situazioni legati al rapporto con la famiglia e la società in cui le persone vivono. Nelle società in cui il valore delle persone si misura col successo, il potere o il denaro può accadere che alcune persone credano di valere poco: questa sensazione può indurre depressione. In altre società in cui c'è più solidarietà e meno competizione ciò è meno frequente.
In certi casi, ai periodi di depressione si alternano periodi di eccessiva euforia, in cui le persone si sentono particolarmente forti o intelligenti, quasi invincibili, dormono poco e hanno continuamente nuove idee ma spesso con confusione. A volte tali soggetti possono diventare addirittura violenti o volgari. Questi periodi di euforia si chiamano stati di eccitamento maniacale. Quando, nella stessa persona, si alternano fasi di depressione ad altre di euforia si parla di malattia bipolare perché depressione ed eccitamento maniacale sono i due poli opposti dell'umore di una persona.
Nel cervello delle persone con depressione, l'equilibrio fra alcune sostanze che contribuiscono alla comunicazione fra le cellule del cervello (i neurotrasmettitori) può essere alterato. Questa scoperta è stata molto utile perché ha consentito di progettare farmaci che ristabiliscono le giuste proporzioni fra queste sostanze all'interno delle cellule nervose. I farmaci sono in grado di curare molte persone malate di depressione anche se, abbastanza spesso, la depressione curata farmacologicamente può ritornare. Infatti queste cure non eliminano le cause della malattia. Per cercare di intervenire sulle cause, in alcuni malati può essere utile una terapia psicologica (psicoterapia, psicoanalisi) che, attraverso colloqui, li rassicuri e li aiuti a scoprire i motivi più profondi del loro malessere.
I primi a considerare ansia e angoscia come segni di una malattia sono stati gli antichi Greci con Ippocrate nel 5° secolo a.C. A quell'epoca si riteneva che la depressione fosse causata dalla 'bile nera' (da cui il termine melanconia). I rimedi per la melanconia erano vivere alla luce, mangiare leggero, bagni, moto, ginnastica: rimedi non banali anche ai nostri giorni.