DESTUTT DE TRACY, Antoine-Louis-Claude
Filosofo, nato a Parigi il 10 giugno 1784 da nobile famiglia oriunda scozzese, morto a Parigi il 10 marzo 1836. Liberale, deputato agli Stati Generali, seguì con fervore i primi atti della Rivoluzione, ma fu poi incarcerato al tempo del Terrore e solo nel '94 poté tornare agli studî. Socio dell'Istituto, nella sezione Analisi delle sensazioni, presentò una serie di memorie, riunite e rielaborate poi nel Mémoire sur la faculté de penser, e, membro del Consiglio della Pubblica istruzione, si occupò di pedagogia tracciando dei programmi di studio dominati dall'ideale dell'"ideologia". Senatore dopo il 18 brumaio, visse a Parigi completamente dedito agli studî. Avversario di Napoleone, vìde con soddisfazione la restaurazione del 1815.
La sua opera principale porta il titolo di Éléments d'idéologie (Parigi 1824). L'ideologia (che per il D. è una parte della storia naturale, e più propriamente della zoologia) vi è considerata come la scienza fondamentale, da cui discendono via via la grammatica, la logica, la morale, la politica; e la gnoseologia vi appare sensistica e antimetafisica, ma sviluppata secondo schemi razionalistici, procedente per analisi e sintesi astratte, piuttosto che mediante l'effettiva osservazione della realtà. A completare il disegno del suo sistema il D. scrisse una Grammaire raisonnée, una Logique, che dà alla logica un valore propriamente speculativo, un Traité de la volonté et de ses effets, e un Commentaire sur l'"Esprit des lois" (Parigi 1819). La gnoseologia del D. si fonda su premesse condillacchiane, con qualche sviluppo indipendente: tutte le idee provengono dalla sensazione, ma questa per sé non ci dà alcun riferimento al mondo esterno, se non nel caso della sensazione di resistenza (che è composta di quella di moto e di quella di solidità). Alle facoltà consuete (sensibilità, memoria, giudizio, volontà) il D. aggiunge infatti la motilità, una facoltà speciale la cui ragion d'essere appare poco chiara. Quanto al valore del sapere, il D. è illuministicamente convinto che la diffusione della "luce intellettuale" produca l'incremento della felicità individuale e sociale, e quindi la libertà, l'eguaglianza e la fraternità. Torna più volte sul problema della libertà, ma non ne vede che una soluzione deterministica.
Bibl.: M. Ph. Damiron, Essai sur l'hist. de la phil. en France au 19e siècle, Bruxelles 1832; F. Picavet, Les idéologues, Parigi 1891; G. Capone Braga, La fil. franc. et ital. del Settecento, Arezzo 1920, I, pp. 216-255.