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Diana

di Massimo Di Marco - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Diana

Massimo Di Marco

La vergine dea cacciatrice

Diana (chiamata dai Greci Artemide) è la sorella di Apollo. Cacciatrice e signora delle fiere, è la dea della natura selvaggia. Custode della verginità e della purezza, governa anche la fertilità femminile, protegge le giovani spose e le partorienti. È talora identificata con la dea infernale Ecate e con la Luna

Dea della caccia e della castità

Artemide era figlia di Zeus (il Giove dei Romani) e di Latona: la madre l'aveva partorita a Delo insieme al fratello Apollo, con il quale presenta molti tratti in comune. Dea della caccia, era armata di arco e, accompagnata dalle ninfe, frequentava boschi, montagne e fresche radure. I Greci la veneravano come 'signora delle fiere'. E con gli animali selvaggi, soprattutto con la cerva e con l'orsa, era spesso identificata. Orse erano chiamate le sacerdotesse del suo tempio a Brauron, in Attica. Artemide era anche una dea vergine, protettrice della purezza. Suo devoto seguace è, nel mito, il casto Ippolito, che rifiuta l'amore e suscita per questo l'ira di Afrodite (Fedra).

Duramente puniti sono coloro che attentano all'innocenza della dea: il cacciatore Atteone la vede nuda mentre fa il bagno e Artemide, incollerita, lo trasforma in cervo facendolo dilaniare dai cani della sua stessa muta; il gigantesco Orione ‒ anch'egli cacciatore ‒ paga con la vita, ucciso da uno scorpione, il tentativo di farle violenza: sia lui sia l'animale saranno poi trasformati da Artemide in costellazioni.

Dea della fertilità femminile

Come per Apollo, alle frecce di Artemide si attribuivano le morti silenziose e improvvise, soprattutto di giovani donne. Ma, in generale, la dea proteggeva le fanciulle e le giovani spose. Queste ultime prima di sposarsi le offrivano la propria tunica virginale; Artemide governava infatti la fertilità femminile e vigilava sulle partorienti. In questa funzione, la sua immagine si confonde con quella di Ilizia, la dea dei parti. L'influenza di Artemide si estendeva anche alla fertilità dei campi. Nel corso del tempo Artemide fu assimilata a Ecate, la notturna dea dei riti magici, e alla Luna (così come Apollo al Sole).

Culto e iconografia

Fra i luoghi di culto degni di nota sono: Delo, l'Attica, Sparta ed Efeso. In quest'ultima località sorgeva il grande tempio della dea incluso tra le 'sette meraviglie' del mondo antico. A Roma l'identificazione di Artemide con Diana è molto antica. Principali luoghi di culto furono Capua e Ariccia, ove la dea era venerata come Diana Nemorensis ("Diana del bosco sacro"). A Roma le era dedicato un importante tempio sull'Aventino. L'iconografia la ritrae come cacciatrice, con il chitone (un corto vestito di stoffa leggera), arco, frecce, calzari e una muta di cani; il suo carro d'oro è trainato da cerve. In altre raffigurazioni, in cui appare come Ecate, la dea impugna una fiaccola.

L'ira di Artemide: Meleagro

Al mondo della caccia sono collegati anche altri episodi del mito che ci mostrano una dea particolarmente gelosa delle sue prerogative e facile all'ira: per esempio il sacrificio di Ifigenia, provocato da un incauto vanto di Agamennone come cacciatore, e la tragica morte di Meleagro.

Eneo, re di Calidone, aveva offerto un sacrificio a tutti gli dei, ma aveva trascurato Artemide. La dea, offesa, mandò un mostruoso cinghiale a devastare i campi della regione. La caccia al cinghiale vide riuniti numerosi eroi al comando di Meleagro, figlio del re. Dopo aver perso molti compagni Meleagro alla fine riuscì a uccidere l'animale. Ma Artemide non si placò. Al momento di dividere la preda scoppiò tra i cacciatori una lite, nel corso della quale Meleagro uccise i fratelli della madre Altea e questa si vendicò. Quando Meleagro era nato, era stato predetto che la sua sorte era legata a quella di un tizzone che bruciava nel focolare; allora Altea aveva subito ritirato il tizzone, impedendo che si consumasse, e lo aveva custodito. Dopo tali fatti invece, maledicendo il figlio, gettò il tizzone nel fuoco provocando la morte di Meleagro.

Vedi anche
Artemide Dea greca, il cui nome, di significato oscuro, appare già dal 13° sec. a.C. in documenti micenei. Alcuni tratti della sua figura, in particolare la connessione con il mondo della natura e con la caccia, portano ad accostarla al tipo di un'arcaica 'signora degli animali'. il mitoNella mitologia classica ... Virbio (lat. Virbius) Divinità latina venerata ad Ariccia nell’ambito cultuale di Diana Aricina. La sua origine è oscura; in età antica si riteneva fosse Ippolito, il quale, risuscitato da Asclepio, sarebbe giunto nel Lazio. Lucina (lat. Lucina) Epiteto della dea latina Giunone, come protettrice delle partorienti. È secondariamente riferito a Diana in quanto Luna. Luna Unico satellite naturale della Terra, di cui costituisce anche l’oggetto celeste più vicino, è un corpo opaco che risplende per luce riflessa del Sole. 1. Caratteristiche generali La Luna è, dopo il Sole, l’oggetto più luminoso del cielo: la sua magnitudine (alla Luna piena) è −12,7. Per dimensioni, ...
Indice
  • 1 Dea della caccia e della castità
  • 2 Dea della fertilità femminile
  • 3 Culto e iconografia
  • 4 L'ira di Artemide: Meleagro
Categorie
  • MITOLOGIA in Religioni
  • MITOLOGIA in Letteratura
Tag
  • ICONOGRAFIA
  • AGAMENNONE
  • VIRGINALE
  • CINGHIALE
  • SCORPIONE
Altri risultati per Diana
  • Diana
    Enciclopedia on line
    (lat. Diana) Divinità italica e romana, di origine discussa; il nome presenta la stessa radice di dīus «giorno»; quindi è la «splendente», la «luminosa». Dalle donne romane era venerata soprattutto come assistente ai parti ( D. Lucina) al pari di Giunone, ed era in generale considerata protettrice delle ...
  • Diana
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Giorgio Padoan Divinità della mitologia classica. Figlia di Giove e di Latona, nata a un parto con Febo-Apollo nell'isola di Delo (allora ancora vagante alla mercé delle onde e dei venti), e perciò appellata anche Febe e Delia; era detta altresì Trivia perché era venerata dai viandanti come loro protettrice ...
  • DIANA
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Divinità femminile italica, equivalente della greca divinità Artemis, così come Marte è l'equivalente di Ares. L'etimologia della parola è da riportarsi secondo alcuni a Diviana, da dius, divino (arcaico divios), secondo altri a dies (il giorno). Diana è perciò la dea della luce diurna, con tutti i ...
Vocabolario
diana³
diana3 diana3 s. f. [dal lat. scient. (Cercopithecus) diana, dal nome della dea Diana]. – Scimmia della famiglia cercopitecidi che vive in Africa occid.: ha sottogola bianco, che forma una caratteristica aguzza barbetta.
diana²
diana2 diana2 s. f. [dal nome della dea Diana, in quanto venerata in cielo come Luna]. – Termine usato dagli alchimisti per indicare l’argento, con allusione al chiarore della Luna.
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