Letterato greco, noto anche col nome di D. Fotiàdis (Costantinopoli 1725 circa - Bucarest 1800). Esponente del ceto politico dei greci fanarioti che reggevano i Principati danubiani, favorì la penetrazione delle idee illuministiche in quei paesi e sostenne, pur contraddicendosi nella fase finale, la validità della lingua demotica come strumento della comunicazione scientifica. Esperto traduttore, compilò biografie, grammatiche, trattati di metrica, ed elaborò, negli scritti di carattere filosofico e pedagogico, un progetto di educazione libertaria che conciliava la tradizione greca e la prassi seguita all'estero. Le sue opere, benché mai pubblicate a stampa (edd. postume, a cura di K. Dimaràs, 1970; 1974), furono tuttavia conosciute e diffuse da una larga cerchia di allievi e di estimatori.