Storico e retore greco (n. il 60 circa - m. dopo il 7 a. C.). Autore di opere retoriche e della Storia antica di Roma, che comprende la storia romana dalle origini al 264 a.C., inizio delle Storie di Polibio.
D. visse a Roma dal 30 a. C. per almeno 22 anni, come maestro di giovani nobili e capo di una cerchia di fautori dell'atticismo. Delle sue opere retoriche giunte a noi si ricordano: Lettera prima ad Ammeo, che è un notevole contributo alla cronologia delle opere di Demostene e della vita di Aristotele; Sugli antichi oratori in 2 libri (il 2º è perduto), con giudizî sullo stile e larghe citazioni dagli oratori: vi si inizia il metodo comparativo che ebbe nella critica letteraria successiva ampio sviluppo; Sulla disposizione delle parole, studio delle norme della composizione letteraria, melodia, ritmo, varietà e proprietà, che formano le varie armonie valide, oltre che per la poesia anche per la prosa, pur essa soggetta a sue leggi di ritmo; Sullo stile di Demostene, che secondo D. armonizza i tre modi studiati nel precedente trattato, ed è paragonato allo stile sublime di Tucidide, a quello piano di Lisia, allo stile di Isocrate e di Platone, misto. Della sua Storia antica di Roma, detta di solito Antichità romane (῾Ρωμαικὴ ᾿αρχαιολογία), in 20 libri, sono giunti a noi i primi 11 libri ed estratti dei rimanenti: doveva essere, secondo l'intenzione di D., modello di stile classico e narrazione completa di storia e di sapienza politica. D. la preparò nei 22 anni di dimora a Roma elaborando le sue numerose fonti (di preferenza i più recenti annalisti) che non è sempre facile individuare, dando l'impronta uniforme del suo stile e dei suoi criterî razionalistici e pragmatici. Nonostante la preoccupazione retorica, l'incapacità di comprendere le istituzioni più antiche di Roma e l'interpretazione prosaicamente razionalistica delle antiche leggende, l'opera di D. è per noi importante perché conserva un materiale altrimenti perduto.