DIOSCORO o DIOSCURO
Arcidiacono di S. Cirillo di Alessandria (v.), gli successe sulla sede vescovile della città. È conosciuto specialmente per la parte che ebbe nello pseudo-concilio di Efeso (449), nel quale si arrogò la presidenza e tanto brigò fino a far dichiarare ortodosso Eutiche (v.), mentre gli accusatori di lui furono deposti ed esiliati. S. Flaviano, vescovo di Costantinopoli, morì pochi giorni dopo il sinodo a cagione delle violenze inflittegli dai seguaci di D., e il diacono Ilaro, legato di papa S. Leone Magno, dovette fuggire. L'imperatore Teodosio II approvò le misure di D.; ma il papa S. Leone Magno cassò il sinodo di Efeso, da lui detto latrocinium, nome passato alla storia. D. dovette poi rendere ragione dei suoi misfatti nel concilio di Calcedonia (v.), che lo depose. Morì in esilio a . Gangra. in Paflagonia (454).
Bibl.: Due lettere di Teodoreto a D., in Patrol. Graeca, LXXXIII, coll. 1231 e 1266; una di S. Leone M. in Patrol. Lat., LIC, col. 624; gli atti del Latrocinium e del concilio di Calcedonia, in Hardouin, Acta Conciliorum, II, Parigi 1714, specialmente le sessioni 1 e 4.