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Diversamente berlusconiani

di Giovanni Orsina - Il Libro dell'Anno 2013
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Giovanni Orsina

Diversamente berlusconiani

Nel voto di fiducia al governo Letta, per la prima volta in quasi vent’anni non è stato Berlusconi a decidere che posizione dovesse prendere il suo partito: la parte del PDL guidata da Alfano si è rifiutata di seguirlo all’opposizione. Le due anime del partito riusciranno a convivere o si divideranno?

Silvio Berlusconi

La votazione sul governo Letta che si è svolta in Senato il 2 ottobre 2013 ha rappresentato un punto di svolta per i destini del governo, della legislatura e del centrodestra. Non è affatto chiaro se possa parlarsi di un vero e proprio tornante storico oppure di un semplice passaggio, per quanto importante, in un percorso ben più lungo e tortuoso.

Che qualcosa sia successo, tuttavia, è indubbio: per la prima volta in quasi vent’anni non è stato Berlusconi a decidere che posizione dovesse prendere il suo partito.

Per 2 mesi, da quando la sentenza sulla compravendita dei diritti Mediaset è passata in giudicato, il ‘cavaliere’ è stato quanto mai indeciso sulla strada da battere: se confermare oppure ritirare il sostegno al governo delle larghe intese. L’incertezza era comprensibile non solo umanamente: la condanna di Berlusconi è stata un evento tutt’altro che meramente personale, anzi altamente politico. La novità del 2 ottobre non è quindi consistita nell’avere il leader del Popolo della libertà scelto infine, con un’estrema giravolta, di votare la fiducia al governo. Con ogni probabilità l’aveva già deciso mille volte, salvo poi tornare altre mille volte sulla decisione. E nemmeno nel fatto che, nell’imboccare questa via, egli abbia finito per seguire una parte dei suoi seguaci. La novità consiste nel fatto che quella parte del PDL, guidata dal segretario Angelino Alfano, gli abbia sostanzialmente imposto di votare la fiducia, rifiutandosi di seguirlo all’opposizione. La chiara sconfitta politica patita dal cavaliere, unita alla decadenza da parlamentare e ai guai giudiziari che si troverà ad affrontare ancora nel 2014, ha posto con ben maggiore forza che in passato la questione di cosa possa essere un centrodestra italiano post-berlusconiano, rafforzando al contempo la candidatura alla leadership di Alfano. La partita, tuttavia, è ancora soltanto all’inizio, e il suo esito è tutt’altro che scontato.

Berlusconi, in primo luogo, non è affatto uscito di scena. Non soltanto controlla straordinarie risorse mediatiche e finanziarie, ma soprattutto è il leader al quale guarda ancora una quota rilevante dell’elettorato italiano, nient’affatto disposta a passare in via automatica a un suo ‘erede’. Il venir meno del cavaliere, se non altro in prospettiva, in secondo luogo, pone il problema dell’unità del centrodestra italiano. La forza di Berlusconi è consistita anche nella sua capacità di tenere insieme pezzi di elettorato molto differenti, e soprattutto elettori moderati e ‘in doppio petto’ con elettori politicamente scorretti e sensibili a richiami populisti. Solo così il cavaliere è riuscito a creare un centrodestra a vocazione maggioritaria, e a vincere più di un’elezione. Con la crisi del berlusconismo queste sue 2 anime si sono l’una contro l’altra armate, e se la contrapposizione si è fatta visibile ‘in alto’, nel ceto dirigente del PDL, sarebbe un errore dimenticare che essa esiste pure ‘in basso’, nel paese.

Per sapere che cosa accadrà al centrodestra italiano bisognerà quindi in primo luogo capire come si muoverà Berlusconi: se continuerà a guardare soprattutto al proprio futuro politico o comincerà a pensare all’eredità che potrà lasciare; se darà priorità alla salvaguardia dell’unità del proprio partito oppure privilegerà questa o quella delle 2 anime del berlusconismo. E poi, anche in dipendenza dalle scelte del cavaliere, si vedrà se nel suo partito le 2 anime riusciranno a trovare un modus vivendi, o se andranno a un divorzio consensuale – che consenta loro in futuro di costruire un’alleanza elettorale – oppure a un divorzio conflittuale. Infine, com’è evidente, tutta questa vicenda sarà condizionata dall’evoluzione complessiva del quadro politico: la nuova legge elettorale, se – com’è probabile – ci sarà; un nuovo assetto costituzionale, anche se è meno probabile che ci sarà; le trasformazioni che interesseranno sia il Partito democratico sia le forze politiche centriste.

Le alleanze del centrodestra 1994-2013
Letta ed Alfano

Vedi anche
Casa delle libertà Coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, AN, CCD, CDU, Lega Nord e altre formazioni in vista delle elezioni politiche del 2001. Dopo la vittoria, il suo leader, S. Berlusconi ha assunto la presidenza del Consiglio, portando a termine la legislatura. Alle successive elezioni politiche (2006), ... Angelino Alfano Uomo politico italiano (n. Agrigento 1970). Laureato in giurisprudenza e avvocato, aderì a Forza Italia nel 1994. Membro dell'Assemblea regionale siciliana nella XII legislatura (1996-2001) è stato eletto deputato al Parlamento nel 2001, nel 2006, nel 2008 e nel 2013; ministro della Giustizia del quarto ... Popolo della libertà (PDL) Partito politico costituito nel marzo 2009 e formato dalla confluenza dei due maggiori partiti del centrodestra, Forza Italia e Alleanza nazionale, e di altri gruppi minori del medesimo schieramento. La formazione del nuovo partito, già annunciata da S. Berlusconi nel novembre 2007, era stata preceduta ... Mediaset Società per la produzione e diffusione di programmi televisivi, la raccolta pubblicitaria e la gestione dei diritti televisivi e cinematografici, con sede a Milano. Sorta nel 1995 dalla riorganizzazione delle attività televisive del gruppo Fininvest, fondato da S. Berlusconi, quotata in borsa dal 1996, ...
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  • STORIA CONTEMPORANEA in Storia
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  • POPOLO DELLA LIBERTÀ
  • PARTITO DEMOCRATICO
  • ANGELINO ALFANO
  • CENTRODESTRA
  • MEDIASET
Vocabolario
diverso
diverso divèrso agg. e s. m. [lat. divĕrsus, propr. part. pass. di divertĕre «deviare», comp. di di(s)-1 e vertĕre «volgere»]. – 1. agg. Propr., volto in altra direzione, in senso proprio e fig.: seguire vie d.; avere scopi d.; quindi anche...
diversità
diversita diversità s. f. [dal lat. diversĭtas -atis]. – 1. L’esser diverso, non uguale né simile: d. d’aspetto, di colore; d. di opinioni, di gusti; d. biologica, lo stesso che biodiversità. Anche, ciò per cui due o più cose sono diverse:...
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