diversamente
L'avverbio ricorre ventuno volte nell'opera di D.: quattro nella Commedia (Paradiso) e diciassette nella prosa del Convivio. L'accezione è quella prevalente già nella lingua del Duecento e mantenutasi tale nella lingua di oggi, con una duplice distinzione principale, secondo che riferimento sia fatto a differenza modale o quantitativa.
Vale " in maniera diversa " o " in condizione diversa ": Pd VIII 119 Or dì: sarebbe il peggio / per l'omo in terra, se non fosse cive ? / ... E puot'elli esser, se giù non si vive / diversamente per diversi offici ?; Cv II V 9 sono in ciascuna gerarchia [angelica] tre ordini che diversamente contemplano (cfr. anche II XIII 5, IV II 6, IX 5, XIX 6, XXI 2, XXIII 4, XXIV 7).
" In grado differente " o " in numero diverso ": in Pd XV 81 Ma voglia e argomento ne' mortali / ... diversamente son pennuti in ali (fuor di metafora: " hanno capacità diversa "); Cv III VII 2 questa bontade [divina]... diversamente si riceve, secondo più e meno.
La diversità modale può del resto riflettere una differenza quantitativa o numerale: Cv II V 15 sono questi Troni, che al governo di questo cielo [di Venere] sono dispensati, in numero non grande, de lo quale per li filosofi e per li astrologi diversamente è sentito, secondo che diversamente sentiro de le sue circulazioni; avvegna che tutti siano accordati in questo, che tanti sono quanti movimenti esso fae.
Talora un duplice riferimento differenziale, modale e quantitativo, risulta esplicitamente enunciato: Cv IV XVII 3 E queste [le morali vertudi] diversamente da diversi filosofi sono distinte e numerate. Cfr. anche II III 3, IV 2, III VII 3, IV XXIV 3, Pd XXIX 141, XXXII 66.
" In modo contrastante ": va aggiunto, sempre nell'ambito dell'accezione tradizionale, questo significato, testimoniato un'unica volta pleonasticamente in Cv II XV 9 E però è da sapere che qui parla l'una de le parti, e là parla l'altra; le quali diversamente litigano. V. DIVERSIFICARE; DIVERSITADE; DIVERSO.