Dodici tavole
La più antica opera legislativa di Roma, attribuita dalla tradizione ai primi tempi della repubblica, e precisamente agli anni 451 e 450 a.C. Secondo la tradizione, nel 451 si sarebbe nominato un collegio di decemviri legibus scribundis, composto tutto di patrizi che avevano già ricoperto la magistratura suprema. Furono loro opera dieci tavole di leggi, alle quali furono aggiunte (450) altre due tavole da un nuovo decemvirato comprendente anche tre membri plebei. Nel 449 le leggi sarebbero state fatte incidere su dodici tavole di bronzo, poi esposte al popolo (Livio, 3, 57, 10). Questa tradizione, non priva di contraddizioni e inverosimiglianze, non è interamente accettata dalla critica moderna. L’interpretazione oggi prevalente tiene fede all’esistenza storica del decemvirato e ritiene che scopo di questa magistratura straordinaria sia stato una riforma costituzionale tesa a distruggere il dualismo fra patrizi e plebei e di aequare leges omnibus (vale a dire, portare le leggi a conoscenza di tutti).