Pittore (Napoli 1823 - ivi 1901). Fu, con F. Palizzi, la figura dominante dell'ambiente artistico napoletano nella seconda metà del sec. 19º; prof. (dal 1870) all'accademia di Napoli, educò tutta una generazione di pittori, tra i quali F. P. Michetti. Allievo di G. Mancinelli, soggiornò poi a Roma, prima di stabilirsi definitivamente a Napoli. Il suo dipinto I martiri portati in cielo dagli angeli, del 1848 (Napoli, Galleria Nazionale), dimostra il suo interesse per il realismo napoletano del Seicento. Mediante l'adesione al realismo palizziano e allo "studio dal vero", portò la rivolta antiaccademica nel seno stesso dell'Accademia, senza tuttavia riuscire a vincere la resistenza (e qui è l'intima contraddizione della sua polemica) per ogni soggetto sprovvisto di preventiva dignità poetica, extrapittorica. Il tono della sua arte, tipicamente romantico, fu caratterizzato dall'interesse psicologico e letterario del soggetto e dalla ricerca di effetti drammatici, talvolta teatrali. Raffinato colorista, erede della migliore tradizione napoletana, nel 1855 viaggiò in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Inghilterra e Francia. M. ammirò J.-L.-E. Meissonnier, J.-L. Gérôme, E. Delacroix e M. Fortuny; nella pittura frantumata e vivida di quest'ultimo, trovò rispondenza quando, nel periodo più tardo, andava rinunciando all'istintiva consistenza formale per realizzare una pittura di "macchia". Il viaggio all'estero lo pose in contatto con moderne correnti di idee, che influenzarono durevolmente il suo lavoro. Le opere principali di M. sono nella Galleria d'arte moderna a Roma (Il conte Lara; Torquato Tasso ed Eleonora d'Este; Le tentazioni di s. Antonio), a Napoli, a Firenze, a Milano.