LESSING, Doris (nata Tayler, Doris May)
Scrittrice inglese, nata a Kīrmānshāh (Irān) il 22 ottobre 1919 e morta a Londra il 17 novembre 2013. Dal suo primo romanzo, The grass is singing (1950; trad. it. L’erba canta, 1952), fino all’ultimo lavoro, la sua voce si è sempre levata in forma nitida e inequivocabile in difesa degli ultimi, dei ghettizzati, in particolare delle donne, in un impegno civile e morale che ne ha contraddistinto l’intera opera mantenendo, pur nella vastità dei temi trattati, una limpida coerenza di pensiero, refrattaria a tutte le etichette in cui mode e ideologie hanno tentato di classificarla. Ha vinto numerosi premi aggiudicandosi, nel 2007, il premio Nobel per la letteratura come «cantrice dell’esperienza femminile, che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa».
Figlia di un’infermiera e di un ufficiale inglese reduce della Grande guerra, poi impiegato presso la banca imperiale di Persia, la L. si trasferì con la famiglia in una colonia britannica nella Rhodesia del Sud (od. Zimbabwe) dove visse, dal 1925 al 1949, la vita dura dei coltivatori di mais. Ribelle e determinata, lasciò le scuole per una formazione autodidatta e nel 1949, schieratasi contro l’apartheid, fu costretta a trasferirsi in Inghilterra. Sposata due volte, ed entrambe divorziata, ha preso come nome d’arte il cognome del secondo marito, Gottfried Lessing, un intellettuale comunista.
L’esperienza sudafricana, il conflittuale rapporto con la madre – figlia delusa del sogno vittoriano –, il rifiuto di una vita senza prospettive, segnarono tutta la prima produzione della L. caratterizzata dalle forti tinte di genere. Sin dall’esordio la scrittrice tratteggiò due delle tematiche chiave della propria produzione: il conflitto sociale/razziale e il ruolo della donna nella società. Le protagoniste dei suoi romanzi (che con l’autrice si confondono, si scambiano, si identificano) sono sempre donne coraggiose e forti, pur nella loro ontologica solitudine. Figlie ribelli prima ancora che donne, mogli e madri, le sue eroine incarnano la forza primigenia del femminile capace di entrare in contatto con l’altro, il diverso, l’ineffabile. Ricordiamo, di questo periodo, la serie di cinque romanzi, composta tra il 1952 e il 1969, Children of violence; la raccolta di novelle The habit of loving (1957; trad. it. L’abitudine di amare, 1959); e The golden notebook (1962; trad. it. Il taccuino d’oro, 1964) divenuto, contro il suo volere, vessillo della letteratura femminista e per il quale venne candidata per la prima volta al Nobel nel 1962.
Militante comunista negli anni Cinquanta, appassionata e studiosa del sufismo, L. ha esplorato il genere fantascientifico, digressione non bene accetta dalla critica che anzi, spesso, si espresse negativamente su questa fase produttiva: nella continua ricerca di nuove strade narrative prospettò un apocalittico futuro nella serie Canopus in Argos: archives (1979-1983) tratteggiando una Terra sull’orlo della catastrofe. Con lo pseudonimo di Jane Somers pubblicò invece The diary of a good neighbour (1983) e If the old could... (1984), riuniti, sempre nel 1984, in un unico volume con il titolo The diaries of Jane Somers (trad. it. Il diario di Jane Somers, 1986), riconosciuti romanzi di successo solo quando si svelò il mistero che celava il vero nome dell’autrice.
Della produzione dell’ultimo periodo, intessuta delle tematiche a lei più care, ricordiamo The sweetest dream (2001; trad. it. Il sogno più dolce, 2002), in cui ‘il sogno più dolce’ è quello del comunismo non strumentalizzato delle ideologie; The grandmothers: four short novels (2003; trad. it.Le nonne, 2004), storie di quattro donne-specchio della sua opera; The story of general Dann and Mara’s daughter, Griot and the snow dog (2005; trad. it. La storia del generale Dann, della figlia di Mara, di Griot e del cane delle nevi, 2005), seguito del romanzo Mara and Dann (1999; trad. it. 2004), sul mito di una società più giusta; The cleft (2007; trad. it. Una comunità perduta, 2008), racconto su una mitica comunità di sole donne distrutta dal maschile che improvvisamente una di loro genera; e Alfred & Emily (2008; trad. it. 2008), dove ancora una volta prevale il filtro autobiografico.
Affascinata dai gatti, la L. ha dedicato loro Particularly cats (1967; trad. it. Gatti molto speciali, 1990), Particularly cats and Rufus the survivor (1993), The old age of El Magnifico (2000; trad. it. La vecchiaia di El Magnifico, 2001),On cats (2002). Ha scritto inoltre un’autobiografia in due volumi (Under my skin: volume one of my autobiography, to1949, 1994, trad. it. Sotto la pelle: la mia autobiografia, 1998; Walking in the shade: volume two of my autobiography,1949-1962, 1997, trad. it. Camminando nell’ombra: la mia autobiografia, secondo volume 1949-1962, 1999).
Bibliografia: D. Brewster, Doris Lessing, New York 1965; M. Thorpe, Doris Lessing’s Africa, London 1978; G. Greene, Doris Lessing. The poetics of change, Ann Arbor 1994; M. Galin, Between East and West. Sufism in the novels of Doris Lessing, Albany (NY) 1997; C. Klein, Doris Lessing. A biography, London 2000; M. Sette, La narrativa di Doris Lessing. Strategie e metafore per un impegno, Roma 2007; E. Showalter, A literature of their own. British women writers, from Charlotte Brontë to Doris Lessing, ed. revised and expanded, London 2009.