DRENGOT
. Cognome di sei fratelli normanni, il padre dei quali ci è ignoto (è semplice congettura che fosse Roberto). Si conoscono i nomi di cinque D.: Gilberto Buatere, Rainulfo, Asclettino, Osmondo, e Rodolfo; un sesto rimane innominato, ma fu padre di un altro Rainulfo, soprannominato Trincarotte (probabilmente variante di D.). Uno di loro, Gilberto secondo alcuni, Osmondo secondo altri, per un omicidio commesso era caduto in disgrazia di Riccardo, duca di Normandia, suo signore, allorché (secondo decennio del sec. XI) giunse colà l'ambasciata del principe Guaimario IV di Salerno, col compito d'assoldare mercenari tra quei Normanni, di cui Salerno, assediata dai Musulmani, aveva felicemente sperimentato lo straordinario valore. Cogliendo quindi quell'occasione, l'omicida coi suoi fratelli e altri connazionali passò nell'Italia meridionale. Tra i sei fratelli emerse Rainulfo che, come capo di una banda di Normanni, prima servì i nipoti di Melo, dall'imperatore Enrico II investiti di feudi nella contea di Comino (alta valle del Garigliano); poi passò al servizio del principe Guaimario V; infine, verso il 1029, aiutò il duca Sergio IV di Napoli a ricuperare lo stato, toltogli dal principe Pandolfo IV di Capua. Di quel servizio il duca restaurato compensò Rainulfo, dandogli in moglie una sua sorella, vedova del duca di Gaeta, e in feudo la contea di Aversa. Politico abile, inviati messi in Normandia ad arruolargli altra gente, successivamente passato dall'alleanza col duca di Napoli a quella col principe di Capua e da questa all'alleanza col principe di Salerno, Rainulfo fu, si può dire, il creatore della posteriore fortuna dei suoi connazionali in Italia. Fattosi investire della già ottenuta contea di Aversa dall'imperatore Corrado II estese il suo dominio anche su Gaeta, divenne capo riconosciuto di quanti venturieri normanni si trovarono o, come gli Altavilla, sopraggiunsero ad aiutare l'insurrezione pugliese contro i Greci. Per quell'aiuto buona parte della Puglia venne in dominio dei Normanni, e il principe Guaimario V di Salerno fu chiamato a dividere fra i loro capi le conquiste (1043). Così il conte Rainulfo ottenne Siponto con parte del Gargano, suo fratello Asclettino ebbe Acerenza. Quest'ultimo figura poi anche come signore di un Sarulo, possessore di Genzano, e padre di due figli, Asclettino l'uno e Riccardo l'altro. Asclettino iunior dovette aver seguito o raggiunto poco dopo il genitore, perché, alla morte di Rainulfo primo conte di Aversa (1045), venne eletto suo successore col consenso del principe salernitano. Ma morì poco dopo; e il principe investì terzo conte di Amisa un Raoul figlio di Eudes.
Riccardo era stato dal padre lasciato in Normandia, e solo più tardi venne anche lui in Aversa. Ma allora il conte eletto da Guaimario era stato sbalzato da una parte di Normanni avversa all'ingerenza del principe ed era stato sostituito con Rainulfo Trincarotte nominato più su. E questi, temendo che il cugino sopraggiunto non gli ponesse contro gli aderenti del morto suo fratello Asclettino, lo accolse male, obbligandolo a lasciare Aversa. Riccardo, passato prima a Lavello presso Unfredo Altavilla, fu poi associato dal già nominato Sarulo nella signoria di Genzano. E così cresciuto in forza poté indurre Rainulfo II a conciliarsi con lui e a dargli in moglie, con nuovo legame di parentela, una sua congiunta. Ma, poco dopo, non si sa perché, Riccardo veniva imprigionato da Drogone Altavilla, conte di Puglia, mentre Rainulfo, venendo a morte, lasciava la contea di Aversa al fanciullo Ermanno, suo figlio, sotto la tutela di un Guglielmo Bellabocca (tra la fine del 1047 e il principio del 1048). Sennonché gli avversarî espulsero questo tutore, acclamando al suo posto Riccardo, che, lasciato libero da Drogone per l'intercessione di Guaimario, fu da questo principe costituito conte di Aversa come collega di Ermanno; poi dominò da solo, quando, s'ignora come, disparve il giovane collega; ingrandì la contea, divenne una delle maggiori personalità storiche della seconda metà del sec. XI, ed elevò la sua famiglia a dinastia principesca di Capua.
Bibl.: F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, Parigi 1907, voll. 2; M. Schipa, Il Mezzogiorno d'Italia anteriormente alla monarchia, Bari 1923.