DURA-EUROPO (τὰ Δοῦσα, Εὔρωπος, Eurōpus)
Un'esplorazione sommaria fatta il 3 maggio 1921 dal prof. J. H. Breasted, gli scavi eseguiti dal belga F. Cumont nel 1922-23 e quelli franco-americani ripresi nel 1927 hanno fatto risorgere nell'attuale località aṣ-Ṣāliḥiyyah, Europo, colonia macedone, fondata probabilmente da un satrapo ignoto Nicanore del primo periodo seleucidico nel luogo dell'antica Dura. La città, che giaceva sopra un pendio roccioso dominante l'Eufrate, guardava le strade del deserto tra Palmira e Ctesifonte. Subì l'influenza di Palmira e la dominazione dei re parti, e infine fu occupata dalle milizie romane dopo la vittoria che Avidio Cassio riportò presso le mura della stessa città sopra Vologeso III nel 165. Nel 244 fu ucciso nei suoi dintorni l'imperatore Gordiano III, cui i soldati innalzarono un cenotafio monumentale. Circa la metà del sec. III fu abbandonata dai Romani. La cinta "a denti di sega" e la pianta della città a scacchiera furono tracciate senza dubbio da ingegneri al servizio dei Seleucidi, e la fortezza, coi suoi baluardi alti 22 metri, è una delle più notevoli tra quelle costruite da quei sovrani. Sono stati scavati due templi, in cui si onorava il dio Belo di Palmira e Artemide-Nanaia, un santuario per il culto degl'imperatori, un palazzo, un bagno, nonché l'unica porta monumentale fiancheggiata da due bastioni. Si sono trovate anche alcune pergamene interessanti per la storia del diritto e per l'antica geografia, frammenti d'armi, gioielli, iscrizioni e graffiti. Ma soprattutto irnportanti sono le pitture parietali del tempio di Belo. Due scene sono particolarmente bene conservate: nella prima (65-75 d. C. circa) due sacerdoti compiono una lustrazione e offrono incenso dinanzi a donatori indigeni; nella seconda (primi del sec. III) un tribuno romano assiste agli onori che un sacerdote rende a tre divinità di Palmira, alle Tychai, e al vexillum della coorte (v. affresco). La divisione del campo in registri sovrapposti, la frontalità dei personaggi e la loro distribuzione nell'interno d'una decorazione architettonica sono indizî precursori dell'arte bizantina. (V. tavv. LI e LII).
Bibl.: J. H. Breasted, Oriental forerunners of Byzantine painting, Chicago 1924; F. Cumont, Fouilles de Doura-Europos, Parigi 1926; per gli scavi più recenti Baur e M. Rostovzeff, The Excavations at Dura-Europos-Preliminary report, New Haven 1929.