Letterato e filosofo greco (4º-3º sec. a. C.) della corte di Tolomeo I Sotere re d'Egitto, fu scolaro di Pirrone, ma pose a base della sua morale l'autarchia (αὐτάρκεια), non l'atarassia pirroniana. È ricordata una sua opera grammaticale sulla poesia di Omero e di Esiodo. Sono più note, perché sfruttate da Diodoro e da lui ricostruibili, due opere romanzesche: una sull'Egitto, in cui E. vuol dimostrare la dipendenza dall'Egitto di tutta la cultura del suo tempo, l'altra sugli Iperborei, utopia moraleggiante che vuol raffigurare nella leggendaria popolazione dell'estremo NE d'Europa un prototipo morale.