ECATONE (‛Εκάτων, Hecaton) di Rodi
Filosofo stoico del sec. II a. C., scolaro di Panezio. È, dopo questo e Posidonio, il più notevole rappresentante della media Stoa.
Le sue opere trattano tutte, anche per l'influsso dell'indirizzo teorico del suo maestro, di problemi di etica; particolarmente sviluppata vi è la casistica dei conflitti tra i doveri, e vi è adottata una distinzione delle virtù in teoretiche (ϑεωρηματικαί o ἐπιστημονικαί, come p. es. la saggezza) e ateoretiche (ἀϑεώρητοι, come p. es. la forza d'animo). Di queste opere ci sono noti alcuni titoli: Περὶ ἀγαϑῶν (De bonis), Περὶ ἀρετῶν (De virtutibus), Περὶ παϑῶν (De affectibus), Περὶ παραδόξων (De paradoxis), Περὶ τελών (De finibus). L'influsso di Ecatone paie accertato in alcuni luoghi di Cicerone e di Seneca. Dei frammenti, v. l'edizione di H.N. Fowler, Panaetii et Hecatonis librorum fragmenta, Bonn 1885.
Bibl.: A. Schmekel, Philos. d. mittl. Stoa, Berlino 1892, pp. 290-96; J. Heinemann, Poseidonios' metaphys. Schriften, I, Breslavia 1921, p. 40 segg.; R. Hirzel, Unters. zu Ciceros philos. Schriften, II, Lipsia 1882 (per l'ipotesi che dal Περὶ τελῶν di E. derivi il II l. del De finibus di Cicerone: contro la quale cfr. F. Moscarini, Cic. e l'etica stoica del II l. del De finibus, Roma 1930, p. 10 segg.).