• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ECLETTISMO

di Antonio Aliotta - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

ECLETTISMO (dal gr. ἐκλέγω "scelgo")

Antonio Aliotta

Con questo nome si suol designare quell'atteggiamento del pensiero che, considerando unilaterali i diversi sistemi filosofici, cerca di armonizzarli, scegliendone gli elementi veri e coordinandoli insieme. Esso si manifesta sempre in tutti i periodi storici accanto ai sistemi in cui si esprimono le intuizioni originali dei grandi pensatori, e nasce dal loro urto, dalle discussioni a cui danno luogo, e nelle quali si mettono in rilievo le deficienze di ciascuno. Le menti meno ardite e vigorose sono in generale portate a tentativi di conciliazione: gli stessi discepoli attenuano per lo più le concezioni dei maestri e, per difenderle contro gli attacchi, le completano con elementi presi da altre scuole. L'eclettismo si diffonde così, nei periodi di stanchezza, quando mancano filosofi di genio e il conflitto dell'età precedente ha fatto sentire il bisogno d'un'intesa; quando l'interesse pratico di salvare certe comuni credenze nell'ordine sociale prende il sopravvento sulle audacie speculative; e soprattutto come conseguenza d'un diffuso scetticismo, che metta in rilievo l'impossibilità di cogliere in modo definitivo la verità assoluta. Dal punto di vista teorico, l'eclettismo adduce in suo sostegno l'infinità inesauribile del vero, per cui ogni visione di esso da parte d'un intelletto umano, limitato per natura, non può essere che frammentaria; per correggere questa unilateralità bisogna cercare d'integrare le parziali vedute filosofiche le une con le altre.

L'eclettismo si diffonde in Grecia e in Roma verso la fine del sec. II a. C. con una mescolanza delle dottrine accademiche, peripatetiche e stoiche, che, dopo essersi vivacemente contrapposte, finiscono col trovare un terreno comune d'intesa pratica nella concezione finalistica e razionale della realtà, eontro il materialismo meccanico degli Epicurei. Lo scetticismo di Carneade mentre sgretola con la sua parte negativa i dogmatismi di quelle tre scuole, lavorisce col criterio del verosimile, che ha essenzialmente un ufficio pratico, quella conciliazione; e l'influsso dello spirito pratico dei Romani, dopo la loro conquista della Macedonia nel 168, agisce nello stesso senso. È significativo l'aneddoto, riferito da Cicerone, del proconsole Gellio, che voleva riunire a congresso in Atene i rappresentanti delle diverse scuole, perché si mettessero d'accordo sul sommo bene. Antioco d'Ascalona (129-69 a. C.) accolse nell'Accademia molti elementi stoici; Panezio di Rodi (185-110 a. C.) e Posidonio di Apamea (135-51 a. C.), prendendo per base la dottrina stoica, la combinarono con quelle di Platone e di Aristotele; e dello stesso spirito conciliante diede prova il loro discepolo Cicerone che, ponendo come criterio, sulle orme degli accademici, ciò che è praticamente probabile, trovò nel comune consenso delle genti un complesso di credenze, su cui stoici, accademici e peripatetici erano sostanzialmente d'aecordo, pur differendo nei particolari.

Nella filosofia medievale, orientata prevalentemente in senso teologico, non poteva aver luogo un vero e proprio eclettismo, apparendo la verità suprema come realmente manifestata solo per bocca d'alcuni, e che dovesse quindi essere interpretata solo attraverso le parole di costoro. Tuttavia, come variò, dalla patristica alla scolastica, la scelta di tali antichi interpreti della divina verità, cosi può dirsi che anche ivi si realizzasse talora, in concreto, un certo eclettismo, che tendeva ad armonizzare antiche dottrine verso il fine comune della rivelazione cristiana. Ma un vero eclettismo poteva tornare a farsi valere solo quando al concetto teologico della rivelazione subentrasse l'idea di una verità che, come lume naturale, si trovasse in vario grado in tutti gli uomini.

Questa dottrina del "senso comune" che la scuola scozzese pose nel sec. XVIII a fondamento della credenza nella realtà del mondo oggettivo, della coscienza morale e della fede in Dio, nell'immortalità dell'anima e nella libertà del volere, ebbe poi la sua migliore espressione speculativa nella teoria della "ragione impersonale" su cui Victor Cousin pose le basi del suo eclettismo. Assai più profonda, d'altra parte, era la concezione dell'eclettismo quale, già nella seconda metà del Seicento, era stata difesa da Leibniz. Grande spirito di conciliatore e sistematore, egli diceva di trovare qualche ragione in tutto e in tutti e osservava come le varie scuole filosofiche, avendo torto nella maggior parte delle loro negazioni, avessero poi ragione nella maggior parte delle loro tesi positive. E riprendeva il nome di philosophia perennis - già adottato nel'500 dallo Steuco per designare il più profondo accordo che pur nelle antiche filosofie poteva scoprirsi nei riguardi della religione cristiana - a simbolo di questa eterna realtà del vero, in vario modo palese nelle più diverse dottrine. Ma questo eclettismo non era già rinuncia al sistema per l'accettazione antologica delle altrui verità, bensì giustificazione gerarchica delle altrui verità nel proprio sistema: un eclettismo, quindi, che già si avvicinava, pur senza avvertirlo, allo storicismo.

Vedi anche
Panèzio di Rodi Pensatore greco (n. 185 circa - m. 110 circa a. C.). Scolaro di Diogene di Seleucia, è il principale rappresentante (insieme a Posidonio che fu suo scolaro) di quello stoicismo eclettico che va sotto il nome di media Stoa. Soggiornò per qualche tempo a Roma, e fu in rapporto con Scipione Emiliano, insieme ... Christian Wolff Filosofo (Breslavia 1679 - Halle 1754). Autore di riflessioni sull'etica e la morale, W. più che per le sue dottrine ha avuto importanza per l'esigenza, posta e sostenuta, che la filosofia debba avere utilità pratica e che quindi debba essere chiara e precisa. Tra le sue opere riscosse grande interesse ... Domenico Zampieri detto il Domenichino Pittore (Bologna 1581 - Napoli 1641). Protagonista della pittura bolognese, fu uno dei promotori del classicismo secentesco europeo. Allievo prima di D. Calvaert poi dei Carracci, fu artista dei più colti, elaborando in un eclettismo raffinato le esperienze formali dei grandi maestri del 16° secolo. ... John Adams Compositore statunitense (n. Worcester, Massachusetts, 1947). Dotato di un non comune eclettismo musicale, è anche apprezzato direttore d'orchestra e di istituzioni musicali. Nel 2002 ha ottenuto il Premio Pulitzer per la musica con On the transmigration of souls. Vita Dopo i primi studi di clarinetto ...
Tag
  • IMMORTALITÀ DELL'ANIMA
  • RIVELAZIONE CRISTIANA
  • PANEZIO DI RODI
  • VICTOR COUSIN
  • MATERIALISMO
Altri risultati per ECLETTISMO
  • eclettismo
    Enciclopedia on line
    Arte Nelle arti figurative, la tendenza a ispirarsi a fonti diverse accogliendo da ciascuna gli elementi ritenuti migliori. J.J. Winckelmann fu il primo a trasferire il vocabolo dal linguaggio filosofico a quello artistico nel definire l’arte dei Carracci e la dottrina estetica da essi propugnata, per ...
  • eclettismo
    Dizionario di filosofia (2009)
    Termine con cui si designano tanto un metodo quanto alcuni indirizzi o scuole filosofiche antiche e moderne. Come metodo, l’e. è l’atteggiamento di pensiero che dai vari sistemi filosofici sceglie alcune dottrine e le coordina armonicamente (se si opera invece la pura giustapposizione, si ha propriamente ...
Vocabolario
eclettismo
eclettismo (raro ecclettismo) s. m. [der. di eclettico]. – 1. Atteggiamento di pensiero che sceglie e accetta dai varî sistemi filosofici alcune dottrine, e le coordina armonicamente; anche, la scuola filosofica che segue il metodo eclettico....
eclèttico
eclettico eclèttico (raro ecclèttico) agg. e s. m. (f. -a) [dal gr. ἐκλεκτικός «che trasceglie», der. di ἐκλέγω «trascegliere»] (pl. m. -ci). – 1. Dell’eclettismo; seguace dell’eclettismo (filosofico): scuola e.; metodo e.; gli e.; i filosofi...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali