Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale
La Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale è un’organizzazione regionale nata nel maggio del 1975, in seguito al Trattato di Lagos e formata da 15 paesi afferenti all’area. L’obiettivo principale e ultimo della Comunità – così come delle analoghe organizzazioni regionali sorte parallelamente in altre aree del continente africano – è quello di promuovere, attraverso la creazione di un unico blocco commerciale, l’integrazione tra i membri e di raggiungere l’autosufficienza economica degli stati che ne fanno parte. Su questo sfondo, l’unione economica e monetaria e l’istituzione di uno spazio commerciale della Comunità rappresentano gli strumenti principali utili a incentivare la crescita macroeconomica delle realtà aderenti al Trattato. A tale scopo, gli organi dell’organizzazione hanno provveduto a un graduale abbattimento, da un lato, dei sistemi di controlli alle frontiere e, dall’altro, del sistema dei visti, nella prospettiva di garantire la libera circolazione delle persone nello spazio comunitario e di istituire un sistema di passaporti comune.
I principi basilari dell’organizzazione sono: uguaglianza e interdipendenza dei paesi membri; cooperazione, solidarietà e autonomia collettiva; armonizzazione delle politiche e dei programmi politici ed economici degli stati membri; promozione e rispetto dei diritti umani, dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità. Inoltre, sul piano della sicurezza e della stabilità regionale i membri dell’Ecowas si impegnano a garantire la non aggressione reciproca, la soluzione pacifica delle dispute che dovessero intercorrere in seno agli stati della Comunità e la promozione di operazioni di peacekeeping. Quest’ultima prerogativa è molto rilavante e differenzia l’Ecowas da altre organizzazioni regionali economiche, in quanto le conferisce un ruolo di stabilizzazione regionale che altre non hanno. Infatti, tramite l’adozione del Protocollo di non aggressione e di mutua difesa e assistenza, firmato nel 1990, la Comunità ha istituito una forza congiunta – le Forze armate alleate della Comunità (Ecomog) – che può intervenire nei contesti regionali per garantire il mantenimento della pace in seguito a conflitti. Nel corso della sua storia, l’Ecowas ha effettuato operazioni di peacekeeping in Liberia, Sierra Leone, Guinea-Bissau e Costa d’Avorio. Quest’ultimo paese, peraltro, è stato sospeso dall’organizzazione nel 2010, a seguito dei disordini scoppiati dopo le elezioni presidenziali ivoriane del 2009.
Altri campi di cooperazione dell’organizzazione sono, da un lato, la lotta alla povertà e lo sviluppo dei settori agricolo e industriale dei paesi membri e, dall’altro, lo sviluppo di infrastrutture di collegamento tra gli stati della Comunità – come l’autostrada da Lagos a Nouakchott e quella che dovrebbe andare dalla capitale senegalese Dakar fino a quella del Ciad, N’Djamena. Vi sono inoltre progetti energetici e ambientali comuni, come la costruzione del cosiddetto African Gas Pipeline (gasdotto che dovrebbe integrare i sistemi di Ghana, Togo, Benin e Nigeria) e la lotta ai cambiamenti climatici. In particolar modo, la Comunità ha avviato programmi per la lotta alla desertificazione e l’utilizzo responsabile delle risorse idriche, entrambi problemi che accomunano i diversi stati membri.
La Conferenza dei capi di stato e di governo dei 15 paesi membri dell’organizzazione determina le linee di politica generali dell’ Ecowas.
Accanto alla Conferenza, vi è il Consiglio dei ministri, che si riunisce due volte l’anno ed è composto dai ministri responsabili delle varie questioni oggetto di cooperazione. Il ruolo del Consiglio è quello di fornire politiche e programmi da seguire da parte della Commissione dell’Ecowas. A partire dal 2006 quest’ultima ha sostituito il Segretariato, nell’ottica di una riforma generale delle istituzioni della Comunità volta a renderla più rappresentativa rispetto alle popolazioni dei paesi membri.
L’Ecowas ha anche una Banca di investimento e sviluppo, una Corte di giustizia, un Consiglio economico e sociale, di carattere consultivo, e una serie di commissioni ad hoc preposte alla trattazione delle questioni su cui si basa la cooperazione.
Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio (sospesa dal 2010), Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo.