EDFU (A. T., 115; arabo Idfū)
Cittadina dell'alto Egitto, in provincia di Aswān, posta sulla riva sinistra del Nilo, a mezza strada tra Luksor e Aswān, da cui dista un centinaio di km., e a 780 km. di ferrovia a S. del Cairo. Trae nome dall'antico egiziano Ṣbŏ', d'ignoto significato, in copto s. Tbŏ, b. Tbô (Atbô è influenzato dall'arabo). Unica industria è la fabbricazione di ceramiche che trovano smercio in tutto l'Egitto. Nei dintorni affiorano largamente gli "scisti di Esnā", che forniscono la "tafla" (v. esnā). Era la capitale del 2° nomo, qualificato "La sede di Hor" (vsz. t-ḥrw). Il suo dio, il disco solare, era stato nei primordî identificato col falcone della vicina Ieraconpoli, dal quale aveva preso le ali, e porta il titolo: "Quello di Edfu (bḥṭ.tj), il dio elevato dalle piume variegate, il signore del Luogo-del-fiocinare". I Greci la dissero perciò 'Απολλωνόπολις μεγάλη. Rimane un tempio dedicato a Hor, il meglio conservato in Egitto. Sorse al posto di uno più antico per opera dei Tolomei (237-57 a. C.). Su una parete esterna è scolpita la leggenda delle lotte che il dio, armato di fiocina, sostenne contro i suoi nemici trasformatisi in ippopotami e coccodrilli.