Sindacalista e uomo politico (Tresigallo, Ferrara, 1884 - Roma 1965). Attivista nelle file del sindacalismo rivoluzionario, nel 1914 si schierò su posizioni interventiste. Ebbe un ruolo di rilievo nella fondazione dell'Unione italiana del lavoro (1918) e nel 1922 divenne segretario generale della Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali fasciste; sostenitore del sindacalismo integrale, il suo progetto di porre lavoratori e datori di lavoro sotto il controllo del sindacato fallì con il Patto di palazzo Chigi (dic. 1923), che riconobbe l'autonomia della Confindustria. Deputato al Parlamento (1924-29), dopo lo scioglimento della confederazione (1928) fu membro del Gran Consiglio (dal 1930) e quindi ministro dell'Agricoltura (1934-39). Sfuggì alla condanna all'ergastolo comminatagli nel maggio 1945 riparando in Canada; poté rientrare l'anno successivo quando la pena venne annullata dalla Corte di cassazione.