ELAM
. Il tratto di territorio che si estende alla sinistra del corso inferiore del Tigri prima che questo fiume sbocchi nel Golfo Persico e che comprende anche per la maggior parte la pianura dei fiumi che si gettano in mare a oriente della Mesopotamia, portava nell'antichità un nome che nella forma babilonese e assira suonava Elamtu o Elammat, mentre i Sumeri lo chiamavano Nim ("alto"). Nell'Antico Testamento esso è detto ‛Elām e perciò ancora oggi lo si chiama con questo nome. Nei LXX esso è detto Αἰλάμ e 'Ελάμ; i Greci lo conoscevano sotto la forma 'Ελυμαΐς e i Latini lo chiamavano Susiana (da Susa). Gli abitanti stessi non sembrano aver avuto un nome per tutto il paese, poiché i loro re si dicono "principi di Ančan Shushun", le quali erano le due città più importanti della regione. I confini dell'Elam hanno cambiato spesso nel corso della sua lunga storia, ma non si erra se lo si definisce il territorio delimitato da una linea che comincia nell'angolo nordorientale del Golfo Persico, segue più o meno la sponda sinistra del Tigri, al nord forma il confine meridionale della Media, a oriente tocca la Persia e a occidente la Babilonia. Per la maggior parte il territorio è una vasta pianura: soltanto a oriente e a nord esso comprende anche alte montagne. La città più importante era Shushan (Shushun in elamico), sulla sponda sinistra dell'Ulai, la Susa (Σοῦσα, Sūsa) dei popoli classici. Un'altra città molto importante era Anshan (Anzan), in elamico Ančan. Nel tratto orientale la città più cospicua era Apirti o Khapirti, oggi Māl Amīr, e già centro di un regno.
L'Elam fu la sede di una delle grandi civiltà dell'Asia Anteriore antica, civiltà più antica, sembra, di tutte quelle che finora si conoscono, la quale si distingue per parecchi suoi tratti tanto dalla civiltà sumera quanto dalla babilonese e assira. È certo che la più antica civiltà sumera deriva dall'Elam e dall'altopiano iranico, il quale in tempi già molto antichi deve aver assorbito la maggior parte degli elementi della civiltà elamica: popolazioni elamiche devono aver abitato la Mesopotamia meridionale prima dell'invasione sumera e semitica. La composizione antropologica del paese sembra essere stata alquanto complessa già nei tempi più arcaici. Pare che nella popolazione vi fosse anche un elemento negroide.
La lingua della parte prevalente della popolazione era l'elamico, quantunque nel tratto più vicino alla Babilonia già anticamente si fossero stabilite stirpi semitiche e ancor prima una parte parlasse il sumero in conseguenza dei rapporti frequenti e intimi con la Sumeria. L'elamico, lingua agglutinante, presenta affinità col dravidico e in particolare col brāhūī - esso è come un anello di congiunzione nella serie linguistica nubiano-elamico-brāhūī-dravidico - ma anche col caucasico. Si distingue l'elamico meridionale, la lingua dei Khapirti, dall'elamico settentrionale, caspio o cassita o cosseo. Affine è inoltre il caldico o vannico. Abbiamo monumenti in paleoelamico, medioelamico e neoelamico. Quest'ultimo è una delle lingue delle iscrizioni degli Achemenidi. Il neoelamico ha preso in prestito parecchie parole dal babilonese e dal paleopersiano ed è già quasi il khūzī, cioè quella forma dell'elamico che si parlava ancora fino al 1000 circa d. C. nel Khūzistān. Possiamo seguire la storia dell'elamico per quasi quattromila anni.
Gli Elamiti scrissero, oltre che nella loro lingua nazionale, anche in sumero e babilonese e fecero uso della scrittura cuneiforme. Essi avevano però, oltre una scrittura cuneiforme nazionale, anche una scrittura lineare, caratteristica del loro paese. In questa scrittura le righe si scrivevano di su in giù. I segni sono composti di linee e punti o hanno la forma di foglie, losanghe, farfalle, calici. Parecchi segni sono comuni alla scrittura cuneiforme babilonese, altri sono rovesciati o resi più simmetrici rispetto a questa scrittura. Potrebbe darsi che la scrittura nazionale elamica fosse una trasformazione dell'antica scrittura sumera. La scrittura neoelamica del tempo degli Achemenidi, che è cuneiforme, non deriva dalla neobabilonese, ma dalla scrittura medioelamica cuneiforme dei testi di Māl Amīr e indirettamente dalla paleoelamica cuneiforme. Essa non è più puramente sillabica, ma si trova nello stadio di passaggio a scrittura alfabetica o fonetica: alcuni segni hanno dopo certe vocali valore solo consonantico. Gl'ideogrammi hanno un segno determinativo posposto. I determinativi sono soltanto cinque.
La più antica civiltà dell'Elam ci è stata rivelata dagli scavi fatti da una missione francese nelle rovine di Susa e di alcune altre città del paese sotto la direzione di J. de Morgan. Lo strato più arcaico di Susa, chiamato Susa I, ha rivelato una civiltà preistorica che conosceva le case fatte di argilla e di canna o legno, mentre erano ancora ignoti i mattoni. Si avevano statuette d'argilla che raffiguravano uomini, animali e uccelli. La ceramica era molto sottile, rossa o colorata, polita, con disegni geometrici fortemente stilizzati. La ceramica susiana arcaica a figure geometriche è la più antica che per ora si conosca e in nessun luogo troviamo nelle manifestazioni artistiche degli uomini più antichi una stilizzazione sì perfetta ed evoluta che, si può dire, ha già dimenticato la maggior parte dei modelli primitivi. Se si può giudicare dalla perfezione artistica della ceramica, bisogna ammettere che la civiltà protoelamica dello stadio Susa I aveva raggiunto un grado molto alto. Questa civiltà è più antica di qualsiasi altra dell'Asia Anteriore. Anche le armi dimostrano una tecnica alta. Si sono trovati altresì alcuni vasi di pietra e d'alabastro. I morti si seppellivano dopo la loro parziale distruzione: il cranio si deponeva in una tazza e le ossa in bicchieri. Nel sepolcro si mettevano vasi, sigilli, asce, specchi di rame. Nelle colline di rifiuti di Musian I e II si scoprì una civiltà alquanto progredita: i templi erano costruiti anche con mattoni cotti, benché male, e pietre. L'occupazione principale degli Elamiti preistorici era l'agricoltura. All'epoca di Susa II si costruiva con mattoni piano-convessi e le case avevano canali di scolo. Si avevano statuette di pietra raffiguranti donne accovacciate, rilievi d'asfalto con scene religiose e profane, di scimmie e orsi. I sigilli piani hanno raffigurazioni di leoni, tori e cinghiali, i rotondi hanno forma di uovo o di oliva. Fanno capolino le scene composte, come l'eroe tra i due animali, e altre, le quali avranno poi ulteriore sviluppo in Mesopotamia.
La storia dell'Elam è tracciata nelle sue linee generali dalla posizione geografica del paese: i suoi abitanti cercarono sempre d'impadronirsi delle ricche città della bassa Mesopotamia, ma dovettero subire spesso il contraccolpo delle loro scorrerie quando qualche stato potente riusciva a formarsi tra le sponde dell'Eufrate e del Tigri. Pur essendo nemici ereditarî, l'Elam e la Babilonia furono spesso costretti a essere alleati per difendersi dai nemici comuni.
Non minore importanza sembra aver avuto però l'espansione elamica verso oriente, forse fino all'India. Ma di questa finora non sappiamo quasi nulla, mentre abbiamo notizie abbondanti sui rapporti con la Mesopotamia.
La prima notizia storica che per ora abbiamo si riferisce a un'incursione di Elamiti contro la città di Lagash, respinta con successo dal sacerdote Luenna. L'iscrizione elamica più antica fa menzione di un re indigeno, il cui nome finisce in khi, ed essa dovrebbe risalire circa al 2500 a. C. Sargon di Agade (2637-2582) guerreggiò con gli Elamiti che furono sottomessi al dominio babilonese da suo figlio Narām-Sin (2557-2520), il quale concluse con un re elamico un trattato in parte conservato. Ma il paese riuscì a liberarsi ben presto dal giogo mesopotamico. Shulgi di Ur (2276-2231) invase il paese e ne conquistò la capitale dove ricostruì varî templi. Ai tempi di Migir-Sin di Ur il paese era ancora sotto il dominio babilonese, ma era retto da governatori indigeni. Il re elamico Kutur-Nakhkhunte riuscì a scuotere il giogo straniero e anzi conquistò la Babilonia e fece governare il suo paese da governatori. Attapakshu di Susa costruì un tempio alla dea Narute. Kutur-Mabuk fu, nell'epoca immediatamente anteriore a Hammurabi, principe di Emutbal, di Amurru e re di Larsa ed ebbe per successori Eri-Aku e Rīm-Sin. Hammurabi (XVIII sec. a.C.) invase l'Elam nel suo trentesimo anno di regno e sconfisse l'anno seguente Rīm-Sin. Khurbatila di Elam fu sconfitto dal re cassita Kurigalzu di Babilonia (1578-1560). Del periodo seguente abbiamo iscrizioni di Khumbanumena I (circa 1275-1270), di suo figlio Untash-Khumban e di sua moglie Napir-Asu, della quale ci è stata conservata altresì una bella statua. Altre iscrizioni provengono da Shutruk-Nakhkhunte I, dai suoi figli Kutur-Nakhkhunte II e Shilkhak-Inshushinak e da un figlio di quest'ultimo. Kidin-Khutrudash sconfisse il re babilonese Enlil-nādin-shum (1241-1240), Shutruk-Nakhkhunte di Elam riuscì a invadere la Babilonia e a portare a Susa quale bottino parecchie statue di dei e stele. Poi, Nabucadrezar I di Babilonia (1146-1123) sconfisse il re elamico e devastò la regione. Ma intanto l'Assiria aveva conquistato una posizione dominante nella Valle dei Due Fiumi e cominciò a premere l'Elam alle spalle: Elamiti e Babilonesi divennero perciò alleati. Sargon II d'Assiria (721-705) sconfigge gli Elamiti e ne caccia il re nelle montagne. L'Elam, sotto il re Umman-Menanu alleato del babilonese Mardukplaiddin, subisce una nuova invasione assira ai tempi di Sennacheribbo (705-681); sull'esito finale della lotta le fonti non permettono di pronunciarsi. Il re Urtaku aiutò alcune tribù della Caldea e invase la Babilonia; subì però un rovescio da parte degli Assiri. Sotto suo fratello Tepti-Khumban (Teumman) l'Assiria poté distruggere quasi completamente l'Elam. Causa il rifiuto da parte di Assurbanipal (668-626) di consegnare al re elamico alcuni membri fuorusciti della famiglia reale scoppiò di nuovo la guerra che finì con la sconfitta completa degli Elamiti. Il re Ummanigash entrò nella vasta coalizione di potentati antiassira, ma il suo esercito subì una sconfitta in Caldea. Indabigash mandò un'ambasciata in Assiria a chiedere la pace ma fu spodestato da un usurpatore il quale dovette fuggire davanti al nuovo re Tammaritu, posto sul trono dagli Assiri. Siccome quest'ultimo cominciò a intrigare contro l'Assiria, Assurbanipal decise di farla finita: gli Assiri sconfissero gravemente l'esercito elamico, espugnarono e saccheggiarono Susa (v. babilonia e assiria, V, pp. 741-742). L'Elam divenne provincia assira e quindi del regno neobabilonese e dell'impero persiano: la nazione elamica perì.
Del tutto particolare era nell'Elam la successione al trono, basata su principî matriarcali: membro legittimo della famiglia reale con pieno diritto al trono era soltanto colui che era nato da un matrimonio tra fratello e sorella, da una madre cioè di discendenza reale e da un padre che doveva essere il fratello più anziano di discendenza reale di sua moglie. Soltanto i figli usciti da tali matrimonî hanno diritto al regno. Se muore il padre, il trono passa a suo fratello, il quale prende in moglie la vedova, sua sorella, e assume quali proprî figli i figli della vedova e di suo fratello, cosicché questi vengono ad avere due padri. Morto il padre, la corona è assunta dal figlio più anziano, la cui moglie ufficiale però è sua madre, chiamata in elamico amma khashtuk. Questi strani principî di endogamia hanno contribuito parecchio a far degenerare ben presto le famiglie reali dell'Elam.
La religione degli Elamiti è nei suoi tratti fondamentali e nel suo pantheon del tutto simile alle religioni degli altri popoli dell'Asia Anteriore antica. Essa è politeistica e ha per dei le personificazioni degli astri, delle diverse parti del cosmo, delle forze della natura e di altri oggetti fisici. Essa conosce gli dei locali, e il dio della capitale Susa fu il dio nazionale degli Elamiti. Egli portava il nome Shushinak o In-Shushinak (il Signore Sh.), ed era detto "il dominatore degli dei", il signore del cielo e della terra", "il costruttore dell'universo", "il procreatore dei re"; era il dio, napir, per eccellenza. Grande importanza aveva inoltre il dio Khumban o Khuman, marito di Kiririsha, la quale era la signora delle dee. Egli corrispondeva al babilonese Marduk, mentre Shushinak era il Nimurta elamico. Il Sole era Nakhkhunte, dio della giustizia e della luce. Lagamal era il figlio di Ea. Il dio della tempesta era Teshup, divinità adorata in tutta l'Asia occidentale. Arkhu era di origine vannica. Gli Elamiti adoravano inoltre un gruppo di dei chiamato Napratip. Sei divinità erano adorate soltanto dal re. Gli dei più importanti erano probabilmente sette. Facevano parte del pantheon inoltre parecchie divinità sumere e accade, come Anu, Enlil, Marduk, Sin, Samas, Aya, Tamūz, Nergal, Nimurta, Adad. Col re Shilkhak-Inshushinak trionfò tuttavia l'elemento nazionale del pantheon. Anche in Elam, come in Babilonia e Assiria, la vita religiosa era molto ricca e la religione tra i fattori più importanti della civiltà nazionale. Il sacerdozio godeva di grande prestigio. I templi erano fastosi, specie a Susa, e avevano una torre. Ai lati delle porte erano posti tori alati e altri mostri in atto di adorazione, allo scopo di proteggere il sacro recinto dai numerosi demoni che infestavano gli spazi aperti. Una parte importante della religione era la mantica e la catartica.
Nell'arte gli Elamiti non hanno raggiunto le altezze cui sono pervenuti gli abitanti della Mesopotamia. Nell'epoca preistorica la ceramica elamica raggiunse perfezione e bellezza tali da far impallidire tutto quanto si fece più tardi in questo ramo artistico. Statue e rilievi, cilindri-sigilli e gioielli attestano la buona disposizione degli Elamiti per le manifestazioni artistiche, ma ci rivelano altresì il fatto che, come gli altri rami della civiltà del paese, anche l'arte dipese largamente da quella mesopotamica. Una caratteristica forma elamica d'arte sono gli arcaici rilievi in bitume trovati nelle rovine di Susa. Pur essendo dunque l'arte elamica inferiore in complesso alla sumera e assira, perché rozza e provinciale, essa è più antica della mesopotamica e la maggior parte dei motivi che fanno parte di quest'ultima sono veramente di origine elamica e sono attestati per il periodo più antico soltanto nell'Elam.
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