ELENO ("Ελενος, Helĕnus)
Figlio di Priamo e d'Ecuba. Abbandonato insieme con la sorella Cassandra nel tempio di Apollo Timbreo, viene avvolto con Cassandra da bisce che nettano a entrambi le orecchie per modo che e si possono intendere la voce degli uccelli. Predice, ma indarno, a Paride il danno immenso che alla patria verrà dal viaggio di lui in Grecia. Nell'Iliade si mostra abile vate, e valoroso guerriero. Dopo la morte di Paride aspira con Deifobo alla mano di Elena; vistosi preferito il fratello, abbandona Troia e si reca sul monte Ida, dove è fatto prigioniero ed è indotto al tradimento e consiglia ai Greci l'artificio del cavallo di legno; secondo un'altra versione, fatto prigioniero da Ulisse, consiglia il richiamo di Filottete da Lemno. Caduta Troia, egli tocca, secondo la più comune leggenda, con Andromaca a Neottolemo di cui entra in grazia perché, rivelandogli il futuro disastro della flotta greca, lo induce a tornare in patria per via di terra. Neottolemo cede Andromaca a E., che si trasferisce con lei in Epiro, dove (Virgilio, Eneide, III) accoglie Enea. A E. faceva rimontare la propria stirpe, secondo Teopompo, Olimpia. moglie di Filippo e madre d'Alessandro.
Bibl.: Roscher, Lexikon der gr. u. röm. Myth, I, ii, col. 1979 segg.; Süss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 2844 segg.; L. Preller, e C. Robert, Griech. Myth., II, iii, 2, Berlino 1923, p. 974 segg.