ELIMI ("Ελυμοι, Ely̆mi)
Popolazione della Sicilia antica, abitante una zona dell'estremo angolo occidentale dell'isola. La maggior parte degli scrittori greci riteneva che gli Elimi, profughi dalla Troade dopo la caduta di Ilio, fossero venuti in Sicilia, sotto la guida dell'eroe eponimo Elimo, dove si sarebbero uniti a popoli di altra stirpe, quali i Fenici e i Focesi. Secondo Ellanico invece essi sarebbero stati Enotrî, cacciati dall'Italia e passati in Sicilia prima dell'invasione sicula.
Tra i moderni sostenitori della tesi "asiatica" fu anzitutto il Holm, che vedeva una prova dell'origine orientale di questo popolo nel culto di Afrodite chiamata Berintia e Aineias e a cui erano sacri i cani, nella conchiglia che si vede su alcune monete elime, nel nome fenicio di Eryx e infine in alcune lettere fenicie scoperte sulle mura di quest'ultima città. L'opinione della venuta degli Elimi dall'Italia fu invece sostenuta dal Nissen e poi da altri storici moderni (Beloch, De Sanctis), i quali hanno rilevato che le tre città degli Elimi portano nomi che si riscontrano sulla costa ligure (Lerici, Segesta, Entella) e ritengono che si tratti, quindi, di una popolazione ligure, estesasi verso il sud o venuta per via di mare nella Sicilia occidentale. A questa popolazione, giunta in Sicilia con una civiltà primitiva, simile a quella degli eneolitici liguri, sarebbero forse da attribuire gli avanzi rinvenuti in alcune caverne del litorale di Trapani. La pretesa origine troiana sarebbe, quindi, da interpretarsi con la tendenza dei Greci ad assimilare i popoli con cui lottavano in Occidente ai barbari coi quali avevano combattuto i loro avi secondo l'epopea, mentre con l'alleanza coi Fenici si potrebbero spiegare alcuni elementi di civiltà orientale accolti dagli Elimi. Questa supposta origine troiana avrebbe fatto dare ai due fiumi presso Segesta i nomi di Scamandro e Simoenta.
Gli Elimi a ogni modo sono popolazione non greca, come dimostrano le iscrizioni di talune monete di Segesta, e sarebbero venuti in Sicilia in epoca antichissima. Antioco (presso Paus., X, 11, 3) narrava dell'alleanza degli Elimi con i Fenici e della loro opposizione al tentativo di Pentatlo d'installarsi nella loro regione. Nel 415 a. C., combattuti dalla vicina Selinunte, essi ricorsero ad Atene; nel 409 combattono ancora contro i Greci; nel 392 non sono ormai che una provincia cartaginese; dopo il sec. IV non si sente più parlare di Elimi. Quando i Romani conquistarono la Sicilia, il mito delle peregrinazioni di Enea in questa parte occidentale dell'isola fu forse sfruttato dalla popolazione che l'abitava, e in particolare da Segesta, per ottenere condizioni di favore dai nuovi signori della Sicilia.
Bibl.: A. Holm, Storia della Sicilia, I, Torino 1896, p. 194 segg.; H. Nissen, Ital. Landeskunde, I, Berlino 1883, pp. 469, 546; J. Beloch, Gr. Gesch., 2ª ed., Strasburgo 1912, I, n. 3, p. 250; G. De Sanctis, St. dei Romani, I, Torino 1907, p. 66; E. Pais, St. della Sicilia e della Magna Grecia, Torino 1896, p. 123; id., Stor. dell'Italia antica, Roma 1925, I, p. 140; G. M. Columba, in Arch. stor. sic., 1888, p. 315.