Poetessa tedesca (Elberfeld 1869 - Gerusalemme 1945). Figura centrale dell'espressionismo e della vita culturale del suo paese, fu amata e apprezzata dai maggiori artisti del suo tempo (G. Benn, K. Kraus, G. Trakl), che videro in lei una delle espressioni più alte della moderna lirica tedesca. Tra le sue opere occorre segnalare soprattutto le Hebräische Balladen (1913; trad. it. 1985) e Das Hebräerland, 1937).
Nipote del primo rabbino della Renania-Vestfalia e figlia di un banchiere, condusse una vita totalmente al di fuori delle convenzioni borghesi, pagando anche a prezzo dell'indigenza e dell'isolamento la propria originalità e autonomia. Dopo il primo matrimonio (1894-99) con il medico berlinese Berthold Lasker, fu per dieci anni (1901-11) moglie di Herwarth Walden, editore della rivista Der Sturm.
Esordì con la raccolta di versi Styx (1902), maturando nelle successive Der siebente Tag (1905), Meine Wünder (1911) e soprattutto nelle già citate Hebräische Balladen, la duttilità linguistica e il fervore mistico-visionario che connotano tutta la sua poesia (Gesammelte Gedichte, 1917; Die Kuppel, 1920; Theben, 1923) fino all'estrema testimonianza di Mein blaues Klavier (1943). Lirismo musicale e una sensuale religiosità ebraica percorrono anche le opere in prosa (Die Nächte der Tino von Bagdad, 1907; Gesichte, 1911; Mein Herz, 1912; Prinz von Theben, 1914; Der Wunderrabbiner von Barcelona, 1921; Konzert, 1932; la già segnalata Das Hebräerland) e i lavori teatrali (Die Wupper, 1908; Arthur Aronymus und seine Väter, 1932). Singolare documento artistico-letterario è la corrispondenza (1912-15) con il pittore F. Marc, riunita per la prima volta nel vol. Der blaue Reiter präsentiert Eurer Hoheit sein blaues Pferd. Karten und Briefe (1987; trad. it. Lettere al cavaliere azzurro, 1991). Le sue opere apparvero in bellissime edizioni da lei stessa illustrate.