EMBRUN (A. T., 35-36)
Cittadina della Francia, nel dipartimento delle Alte Alpi, a 870 m. s. m., su un promontorio che domina la riva destra della Durance. Contava 2900 ab. nel 1926.
È l'antica Eburodūnum, Ebrodunum, tappa dell'antica strada Italia-Spagna. Oppidum dei Caturiges (Strab., IV,1, 3; Ptol., III,1, 39), fece parte sotto l'Impero della provincia delle Alpi Cozie. Pare abbia ricevuto il ius Latii già da Augusto (cfr. Corp. Inscr. Lat., V,p. 810); diventò poi municipio. Le iscrizioni menzionano duoviri (Corp. Inscr. Lat., XII, 81, 82, 84; V, 7259); i cittadini erano iscritti nella tribù Quirina. Diocleziano l'attribuì alle Alpi Marittime, della quale provincia diventò metropoli (Not. Gall., XVII, 2)
Non molestata dai Vandali per merito di S. Marcellino, fu occupata dai Longobardi e poi dai Saraceni. Infeudata nel Medioevo ai proprî vescovi-principi, che ebbero diritto di battere moneta e lottarono tenacemente nei secoli XIII e XIV contro i Valdesi, Embrun difese con grande energia le libertà comunali contrastate appunto dai vescovi-principi. Questi riunirono in Embrun dal 1290 al 1727 sette concilî ecclesiastici. Passata poi sotto i dominî della Corona di Francia, Embrun vide distrutti cittadella e castello arcivescovile da Luigi XIII. Ebbe signore per breve ora il duca di Savoia nel 1692; poi seguì i destini di Francia.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., V, p. 810; XII, p. 11.