Fisiologo tedesco (Berlino 1818 - ivi 1896) d'origine francese; successe a J. P. Müller nella cattedra di fisiologia di Berlino (1858); fu socio straniero dei Lincei (1853). Studiò l'elettricità animale, seguendo le ricerche di C. Matteucci e sviluppando una nuova branca nelle scienze biologiche: l'elettrofisiologia (Untersuchungen über thieische Elektricität, 2 voll., 1848-84; Gesammelte Abhandlungen zur allgemeinen Muskel- und Nervenphysik, 2 voll., 1875-77). In una famosa conferenza (Die sieben Welträtsel, 1880) pronunciò il noto aforisma: ignoramus et ignorabimus, con cui espresse drasticamente il suo pessimismo circa i tentativi di risolvere gli enigmi dell'universo (essenza della materia e della forza, origine della vita, libero arbitrio, ecc.) movendo dai presupposti della scienza meccanicistica.